venerdì 27 aprile 2007

A PESCA DI CANDITI CON LA "RETE"



A girare con un po’ di attenzione per l’immenso mare di internet si nota con facilità che questo è carico di una fortissima dose di disillusione e sfiducia che, in alcuni siti ( e nei molti forum), rasenta la paura dell’apocalisse.Specie in quella che viene spesso definita - in maniera devo dire un po’ sfumata ed impropria - "Controinformazione " e che rappresenta spesso il più "bruno" dei nichilismi.
Credo che questa energia negativa, sia energia assolutamente sprecata, ma questo è un altro discorso.Ciò su cui vorrei soffermarmi invece è la faccia positiva ed "illuminata " della medaglia (che come potrete immaginare andrò a criticare); quello che rappresenta sempre più l’elemento di "speranza" e fiducia tra i frequentatori della rete:
Le potenzialità informative della rete stessa e la sua capacità di divenire il più grande trampolino di lancio per una possibile "rivoluzione" nel "mondo degli umani"[sic].Internet come nuova rivoluzione non solo tecnica ma sociale,politica, umana, ed innanzi tutto informativa -come fu la stampa di Gutenberg nel XV secolo-.

Ma ciò che qui occorre fare per poter andare successivamente ad analizzare quali sono le vere capacità del mezzo ,qual’è la sua agilità nello sfuggire da quelli che sono i POTERI FORTI , vedere poi i suoi aspetti psicologici e sociali ,penso sia dare un senso al termine INFORMAZIONE nelle sue varie sfaccettature e soprattutto nel contesto del network.

Bisogna infatti opportunamente distinguere la sua capacità informativa da quella comunicativa e successivamente tra notizia - come input per la conoscenza degli eventi dell’attualità - e mero dato.

È infatti indubbio che internet sia il più ampio ,veloce e democratico sistema di comunicazione tra singoli individui. Ognuno può ,per necessità o voglia, infilarsi in qualche recondita maglia della rete per urlare il proprio pensiero (spesso dissenso). Se nel mondo reale spesso si è costretti da mille circostanze a costringerci negli stretti incastri che la vita quotidiana ci assegna e appicicarci del nastro adesivo alla bocca , nel mondo "binario" ci trasformiamo tutti in strilloni,sovversivi, opinionisti, commentatori, critici di ogni aspetto della nostra esistenza: dal rigore non dato, all’omicidio nell’Ohio passando per la manovra di inalzamento dei tassi di interesse della Banca Centrale.Questo repentino ed universale scambio di opinioni (quasi) sempre libero e non filtrato, ha l’effetto di modificare la percezione che abbiamo di ciò che ci circonda e di ampliare la consapevolezza di come "va il mondo".
Ma si tratta appunto di percezioni,valutazioni soggettive facilmente passibili di errore e distorsioni, quindi elementi che si possono distaccare frequentemente da quello che è il reale ;il quale non sempre corrisponde all’opinione che ne ha la massa; neppure la maggioranza!.

Per quanto riguarda il secondo aspetto , internet è una fonte inesauribile di dati, di qualsiasi tipo:Puoi sapere in un attimo la profondità del lago di Bracciano, la durata della battaglia di Waterloo , il sistema politico di Trinidad & Tobago, la distanza Terra-Saturno … dati numerici, distanze, lunghezze, informazioni di cultura generale utilissime e magari indispensabili ma sostanzialmente NEUTRE.
La cosa si fa più complicata quando ciò di cui ha bisogno il fruitore del servizio è una vera e propria "Notizia" con la "N" maiuscola:
quell informazione chiave ( e spesso controversa) legata all’attualità , difficile da reperire autonomamente, che da sola può modificare VERAMENTE le scelte del nostro amico "attore sociale" ma può anche influire nella sua formazione ideologica.

Il fatto è che la rete è costituita - molto più che i mezzi di comunicazione/informazione sino a poco fa considerati - da una messe di dati,opinioni,pareri, numeri,considerazioni,punti di vista e, appunto, informazioni( in senso ora generico e comune), infiniti, quasi ipertrofici.
Perché la figura che più si avvicina a questo mezzo non è la "Rete" con le sue maglie più o meno strette ma è bensì uno SCARICO senza filtro;non esiste nulla, se non una pallida coscienza ed onestà intellettuale personale, a fare da schermo a ciò che si presenta quotidianamente di fronte ai "malati della tastiera".
Ogni spunto e buono per comunicare, per esprimersi, PER ESISTERE, anche sotto forma di bit, anche attraverso la più grande sciocchezza.E se la tecnologia dell’"informazione " progredisce ogni anno, mese, giorno, donandoci terabit di dati (di ogni tipo e genere), rendendoci potenzialmente onniscenti, l’uomo resta lo stesso. Un animale limitato e debole;anche intellettualmente.

Molti osservano che se con in mano uno o 2 quotidiani ,un individuo si trova davanti a sempre le stesse misere notizie incapaci di elevarlo dal "gregge belante dell‘ignoranza", dinanzi ,invece, ad uno schermo connesso , questo si trasforma in un essere dalle capacità illimitate, comequasi illimitata diviene la sua capacità di reagire di fronte alle notizie che lo assalgono.
Si scordano però che il senso critico di un uomo non cambia a seconda del mezzo che consulta, ma e suscettibile di altre variabili molto più personali e legate alla storia di questo, come la formazione culturale, le capacità intelletuali l’esperienza di vita …

Insomma la questione è sempre la medesima: quanto conta perfezionare un’automobile se il guidatore è un ipovedente?Il rischio dato dal mezzo è che il nostro povero amico si trovi a dover scegliere a cosa credere( ergo formarsi una chiara opinione della sua realtà) in un universo di informazioni confligenti e contrastanti spesso l’una con l’altra.Perché se è vero che il cartaceo è limitato nei contenuti e spesso stretto nelle mani delle potenti case editrici, pubblicitarie e delle vecchie o nuove ideologie di partito è anche vero che chi si prende la briga di pubblicare una Notizia deve portarsi sulle spalle una responsabilità economica e di immagine non indifferente e sicuramente non paragonabile a quella delle "fiammelle" dell’informazione(o "controinformazione") esistenti su internet.

Direi che è il momento dell’esempio esplicativo, no?

Inventiamoci un argomento e dei protagonisti della rete TOTALMENTE immaginari.

Diciamo che su di un fronte on-line esista un creatore di blog,che chiameremo Impegnatissimo, deciso a difendere a spada tratta la Versione Ufficiale del 12 settembre 2002. Quest’individuo dice talmente tante sciocchezze ma talmente tante sciocchezze (e di tale portata) che il suo blog è uno dei più visitati d’Italia e i suoi "fallaci" lavori di analisi e le sue tesi sono ripresi da diverse trasmissioni televisive nonché articoli giornalistici.
Dal lato opposto c’è un webmaster dalle opposte opinioni, che chiameremo Marcuzzo, che attacca ogni tre per due ogni singola affermazione delle tesi della Verità costituita. Sotiene delle "enormità" così balzane ma così balzane ,che il suo sito ha migliaia di iscritti e centinaia di visitatori quotidiani ed il suo libro (pubblicizzato nello tesso spazio) è andato a ruba.

Abbiamo così creato 2 vastissime "coalizioni" con 2 peculiari percezioni del reale diametralmente opposte che paradossalmente si sostengono entrambe su pilastri fatti di cartone e su di opinioni personali praticamente non verificate.
Quello che risulta ancora più assurdo è che ,data la non facile riduzione del mondo a poche semplici e stilizzate variabili spesso monocromatiche, nessuno dei 2 potrebbe detenere LA VERITà da tutti (lo so che non è vero ma e bello sperarci)anelata , ma potrebbero essere entrambi anni luce distanti da essa.
Ma mettiamoci nell’ottimale condizione che almeno uno dei nostri caballeros la possegga.
Siamo disposti ad accettare che una popolazione così ampia - riducibile per facilitare l’esempio ad una metà degli interessati(o intrappolati nell‘argomento) - sia tratta in inganno dal solo capriccio di un manipolo di "autori"?

Poi

Qual è la vera responsabilità di questi, di fronte ai propri utenti se un qualsiasi sito dal nulla si è generato ,prospera nel nulla delle sue responsabilità "editoriali",vive nel nulla dell’anonimato e può tornare in tale nulla senza accusare il colpo di una smentita pubblica?

E di nuovo la domanda iniziale in cui tutto il discorso si riduce:

Quali sono le reali capacità del singolo utente in termini di : conoscenza, senso critico ,volontà, tempo ed INDIPENDENZA REALE (siamo consapevoli dei percorsi obbligati che molti siti ci fanno seguire?!) di fronte al crescente sviluppo dell’"informazione interattiva"?


Per dare un senso ed una conclusione (che tale poi non è) a questo banale mio discorso posso solo dire, dal mare di scetticismo nel quale galleggio, che internet è, si uno straordinario mezzo di comunicazione e quindi amplificatore delle percezioni generali della situazione storica e sociale in cui viviamo. E come catalizzatore e propulsore dell’informazione(concetto vasto come visto) non può che contribuire - come è sempre stato nella storia dallo sviluppo della scrittura alla registrazione ottica passando per la stampa a caratteri fissi e mobili - a dare una spinta verso il processo democratico e all’emancipazione individuale e sociale.
Ma dobbiamo renderci conto anche delle potenzialità negative ed esiziali di un mezzo che nasconde nella sua infinitezza il germe dell’annullamento della realtà e del distacco da una più concreta consapevolezza del mondo che ci circonda - attraverso dati che si annichiliscono l’un l’altro- e nella sua apparente libertà la possibilità di un remoto e dissimulato controllo da parte di quelli che possono essere considerati i poteri forti dell’economia globalizzata.

Questo non voleva essere un elenco completo dei controversi aspetti che caratterizzano internet( quelli psico-sociali non sono stati trattati e quelli del monopolio mediatico appena accennati) ma spero che possa essere un valido spunto per estendere ed allo stesso tempo approfondire la discussione sul tema.

Gianluca Nichilista

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AGGIORNAMENTO

scusate i tanti errori della prima versione , ho cercato di piazzarci una toppa :-)

martedì 24 aprile 2007

A volte ritornano...quando meno te l'aspetti...

Quest oggi sarebbe stata una giornata da buttare via se non fosse stato per un incontro casuale...Vado all'università prima per fare delle commissioni nelle segreterie, dopo essermi arrovellato nella burocrazia "lasapianenze"...mi ritrovo un oretta libera prima delle lezioni.
Mi apposto nell'aula magna dove noto uno strano fervore, ed un numero insolito di persone...dopo una mezzoretta l'aula si riempe ed ad un tratto appare lui, accompagnato da un fragore di applausi, alla vista si direbbe "solo" un ometto orientale.
Lo presenta una nostra professoressa, con voce rotta dall'emozione...è NAGAI GO...
Ora io non essendo un appassionato della materia non capisco a cosa sia dovuto tutto questo clamore...ma appena dietro cominciano a proietare immagini di fumetti i cui protagonisti sono niente popò di meno che:Devilman, Mazinga Z, Goldrake, Jeeg...la pelle d'oca fa la sua comparsa sulla mia pelle!E sì e proprio lui ,l'autore di fumetti le cui trasposizioni animate...hanno riempito le mie fanciullesche giornate, le mie ore di gioco, il mio modo di parlare, il mio modo di pensare il mondo dagli occhi di un robot...era l'italia degli anni ottanta...ero alto come un soldo di cacio,però potevo disentegrare chiunque con il mi oraggio laser, volavo lontano, munito di alabarda spaziale e correndo sulla moto insieme al fantastico Jeeg...erano altri tempi, dove il perbenismo di piciakù non c'era, si doveva salvare ogni giorno la terra dagli invasori!!!Così finita la conferenza stampa mi sono sentito il dovere di stringergli la mano...già un dovere ringraziarlo per aver inventato qualcosa che nessuno potrà più invetare per me...Ricordi Fanciulleschi!


Mr.Mele

lunedì 23 aprile 2007

BENVENUTO! ed i canditi iniziarono a tremare






do ufficialmente il mio benvenuto ad un novo caballero della lotta contro il nostro odiato"candito",da pochi giorni divenuto collaboratore:



MR_MELE








non vi fate ingannare dal nome : è un frutto rigorosamente FRESCO E NON CANDITO :-)

ringrazio quindi l'amico mr_Mele per aver accettato di aderire a questa piccola battaglia contro l'assolutismo culturare e la "dittatura delle tradizioni" e spero che i suoi contributi ed il gemellaggio con il suo blog http://merekunnoburogu.blogspot.com possa apportatare un valido contributo e della freschezza a questo spazio dimenticato da DI... da tutti diciamo :-)










ciao gianluca



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AGGIORNAMENTO



do anche un caloroso BENVENUTO alla piccola MEMOLE ed al suo blog http://memolandia-memole.blogspot.com/



martedì 17 aprile 2007

mezzo candito,più tre quarti di candito, più un altra metà , dopo un supplemento...the labirint of instruction





per una volta voglio vestire anche io i panni di chi addossa colpe(meritate) alle istituzioni. ed in questo caso voglio scagliare una lancia contro il pessimo riformismo italiano in materia di istruzione , che attraverso giochi di prestigio ed opere di sartoria spicciola vuole far dimenticare agli addetti al settore (quindi tutti i cittadini) le carenze finanziarie e strutturali del sistema scolastico ,universitario e della ricerca in Italia.
in particolare mi riferisco ai nuovi, super nuovi, nuovissimi ordinamenti che hanno trasformato i vecchi , e a mio parer apprezzabili corsi di laurea in una specie di corso scolastico elementare ed evanescente nella preparazione.
per la smania di omologazione " agli standard internazionali" e appiattimento europeista ,che imperversa ormai ogni settore della vita sociale , dall'economia sino all'istruzione, sono stati introdotti in questi anni sistemi quali il 3+2 ,forse l' 1+2+2 pressoché in ogni disciplina, senza considerare le esigenze formative e le differenze di percorso tra facoltà.
faccio un esempio personale.
terminato il liceo(discorso a parte) decisi che era giunta la volta buona che indirizzassi la mia vita verso quello che era sempre stato un mio pallino: la fisica.
ora, nel vecchio ordinamento il corso di fisica durava 4 anni per un totale di 24 esami e si usciva fuori dalla facoltà già specializzati e con un pesante bagaglio conoscitivo sotto a mo di certificato di garanzia.
con la riforma generale delle università il corso è divenuto anch esso un 3+2 costituito da 35 esami la triennale a cui se ne debbono aggiungere 14-16 di specialistica.
ma non è qui solo che è sito il problema. il fatto è che tale pletora di esami ha portato ad una parcellizzazione e frammentazione di materie che ha scomposto in maniera difficilmente "ricucible" il sapere e il quadro di conoscenze che ogni studente neolaureato deve possedere per poter a pieno titolo entrare nel mondo della ricerca/ lavoro.
ecco che analisi 1 diventa: analisi 1 parte prima , analisi 1 parte seconda, analisi 1 la vendetta, ...
tutto comodamente distribuito in TRIMESTRI difficilmente frequentabili dallo studente medio(che comunque mira a divenire professionista medio alto)
il primo corso che olezzava di vera fisica si vedeva il terzo trimestre del primo anno, ma per un periodo breve abbastanza per non far capire all'ostaggio della facoltà dove si trovasse.
ergo : scappai subito( chiaro non solo per ciò, ma il fatto ebbe un peso notevole).
e dove approdo:
in uno dei nuovissimi corsi di laurea interfacoltà nati per partorire dopo "meravigliosi anni di formazione, ricerca ed esperienza sul capo" nuove figure professionali in settori di nicchia ma sempre più importanti.
eccomi avvolto dall'universo di ECONOMIA DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E DELLO SVILUPPO ,per gli amici a casa ECIS
potrei spiegarvi brevemente di cosa si tratta, ma vi tedierei ; potrei farvi un corposo elenco delle problematiche connesse a questo settore di studi. quello che però penso vi basti sapere è che dopo anni di frequentazione, io (ma tutto il resto dei desperados che lo frequenta) non siamo ancora riusciti a capire di cosa si tratti!
quello che ci fa persistere nel proseguire è una vocina che spesso si aggira nelle file della posta o nei bar con il tono di qualche anziano pensionato o di impiegato frustrato ma che in fondo arrovella il cervello anche di noi studenti:" signora mia , oggi senza il pezzo di carta della laura non si va da nessuna parte"
luogo comune, ma disgraziatamente vero. e ad ogni modo 3-5-7 anni di studi non si buttano nel cesso. anche solo per rispetto di se stessi.
ed un corso di laurea non può essere solo un test per capire i propri interessi e le personali capacità , per poi balzare da un corso ad un altro o perfino a raggiungere la casa-base: la rinuncia agli studi. ti deve dare qualcosa di concreto.


finiamola di mutuare a nostro piacimento (nostro?) dal restante mondo civilizzato occidentale solo gli aspetti burocratici e spesso non adattabili al nostro modo di essere. spesso persino deleteri se qui contestualizzati.
i problemi legati all'istruzione ed al mondo della ricerca sono molti altri qui giù nel 2° mondo dell'Europa, ma questo non mi pare un aspetto trascurabile.

Gianluca vox populi

canditi mobili e canditi immobili




Nell'analizzare la situazione dei trasporti pubblici italiani l'argomento culturale , quello urbanistico e storico non possono essere trascurati.

Penso inoltre che un approccio comparativo possa aiutare nella nostra analisi.


L'uso dei trasporti, la loro efficenza, la tipologia differisce da stato a stato ed a seconda del contesto.
non so quanti di voi si sono trovati a vivere od anche solo a visitare una città dell'Europa dell'est.
un anno della mia vita l'ho passato a Praga.
una delle cose che mi è rimasta più impressa è stata l'efficenza dei trasporti pubblici, la loro capillarità e la penuria di automobili che giravano per la città
i mezzi più usati sono quelli su rotaia : metropolitane, treni e tram (quasi uno sconosciuto in Italia :-( )
posso dire che per uno che non ha mai posseduto un automobile ( e neanche la sa guidare ) era un paradiso.
bisogna però analizzare il perché .

le città dell'ex blocco sovietico erano tutte molto piccole e costituite da un "ring" centrale compatto e poco intricato (per quanto concerne le arterie principali), che rappresenta non solo il centro della città, ma proprio si può dire la città stessa in termini di dinamismo sociale . quasi nulla esiste va invece nell'anello esterno.
con lo sviluppo poi del comunismo , della sua successiva influenza sugli stati limitrofi ed il paradigma dell'industrializzazione , decine , centinaia di migliaia di individui si sono trasferiti in massa dalle campagne e dai paesi rurali , nei dintorni della città .
così si è venuta a formare una periferia proletaria costituita da territori costellati da enormi casermoni totalmente dipendenti dal centro per ogni esigenza.
con il passaggio al capitalismo , al terziario e soprattutto con l'invasione di capitali stranieri il tutto si è esacerbato : il centro diveniva la zona "residenziale" per i nuovi "finanziatori "stranieri e dei turisti/villeggianti e luogo ideale per spendere ; la periferia un sobborgo dove i lavoratori andavano semplicemente a dormire
questo che riflesso ha avuto sulla rete di trasporti?
il centro della città , essenziale e di piccole dimensioni,rigidamente strutturato(pochi blocchi e poche strade ampie ) con il suo sistema di comunicazioni storico , a sua volta essenziale, poteva essere facilmente integrato e connesso con l'anello esterno costituito da semplici casermoni .

questi paesi fino ad oggi hanno attraversato un lungo periodo di povertà , e tutti i governi( statalisti o di mercato) erano al corrente dell'essenzialità del problema trasporto e l'impossibilità per ogni cittadino di dotarsi di una macchina ( credo, non ne sono sicuro che il mercato automobilistico era ed è indirizzato più verso l'export).
così anche nel passaggio dal Welfare comunista a quello moderno , i trasporti pubblici hanno mantenuto un forte grado di importanza e sono stati sempre soggetti ad una manutenzione persistente, ad un progressivo miglioramento ed una continua serie di offerte e politiche di prezzi bassi.
(per esperienza gli studenti pagavano pochissimo i trasporti urbani anche in termini assoluti. ma non solo loro)
nessuno, specie tra i giovani, ha la necessità di investire in un mezzo inquinante , costoso e sostanzialmente inutile come l'automobile fintanto che esigenze famigliari non lo obbligano a comprarsi una piccola utilitaria ( di solito una Skoda) da usare il meno possibile.



questo nell'est ; in particolare a Praga

supporre però che ciò possa avvenire in una città italiana di medie-ampie dimensioni mi pare poco possibile, visto la diversa urbanistica di queste , per la morfologia del territorio ,per le diverse esigenze imposte dalla nostra economia "più varia", e anche per un fattore chiaramente culturale (di difficile interpretazione ahimè)

p.s. questa , chiaro, è una mia interpretazione degli sviluppi della rete di trasporti nell'est Europa in base alla mia esperienza e ciò che ho visto

venerdì 16 marzo 2007

IL CANDITO DLL' ANONIMATO

QUESTO POST è STATO ELIMINATO DAI COMMENTI DEL SITO http://undicisettembre.blogspot.com/ .PER DOVERE E CORRETEZZA NEI CONFRONTI DEI LETTORI DEL SITO, LO POSTO QUI NEL MIO BLOG(corretto grammaticalmente : ] ).

A VOI L'ONERE DI GIUDICARNE IL CONTENUTO E LA SCELTA DEL WEBMASTER ( JOHN è STATO L'AUTORE DELL'OBLITERAZIONE PER LA PRECISIONE)

john:>Nichilista: il giorno in cui vorrai davvero parlare di un argomento seriamente, allora ti risponderò seriamente.<

il fatto che tu non le ritenga serie , non mi indica certo che non lo siano. ci sono molteplici persone che stimo in questo sito e in quell'altro che si degano di farlo ( attivissimo, manieri, airone, pier69) .mi basta. veramente, lo giuro.

non mi ritengo un complottista ( questa del complotto potrebbe essere ritenuta clinicamente una vera "paranoia") e del tuo modo di interpretare le mie parole non me ne può fregare di meno.so cosa penso, cosa voglio,cosa chiedo e chi è incappato nei miei commenti lo sa . se poi fossi anche un complottista, beh, non me ne vergognerei certo. c'è di peggio sai al mondo ,nonostante le tue fissazioni da lettore di tom clancy.

ho perso interesse per questo sito divenuto un manifesto pubblicitario per crono 911 e connessi( e mi dispiace per le persone valide che vi lavorano).le risposte avute mi hanno dato spesso sddisfazione( non le tue ma certo non ti interesserà , in quanto opinione di "complottista"). la tua personale battaglia ideologica e promozionale è fuori dal mio ambito di interessi( e spero quello di molti altri).

john: >E a me non importa che tu dica di non esserlo o di non credere all'inside-job, perchè ciò che scrivi (qui e su Luogocomune) dice tutt'altro.<

quello che scrivo qui combacia perfettamente con ciò che posto in lc; come tu lo interpreti non è un mio problema.non ho mai svicolato ne sono mai fuggito da discussioni o dibbatiti e neppure ho mai negato le ragioni che spettavano a chi la pensava diversamente da me . se vuoi prova il contrario. visto che hai tempo da perdere nell'esegesi dei miei post , a quanto pare .

sopratutto non ho mai spiato vigliaccamente nell'ombra discussioni in altrti forum per ricavare articoletti promozionali ( ricordo un :" non ne parlo ancora per evitare di dargli un vantaggio", corretezza o comportamento puerile?)rigorosamente anonimi ,scimiottando storielle "su giornalisti prezzolati cia" e accampando la scusa della sicurezza personale ( immagino che manieri e attivissimo abbiamo entrambe le gomme dell'auto forate e ricevano quotidiani messagi di morte, vero?).

la storia della genesi di crono è certo di poco conto, ti devo dire; è ciò che è divenuto che spicca con forza.

sulle altre questioni( gas al cianuro, corte penale internazionale) preferisco parlarne con chi possiede onestà intellettuale e capacità di analisi oggettiva.

mi si perdoni il mio ultimo caustico OT, nonche post, ma lezioni morali da chi non ha il coraggio neppure di mostrare la sua identità e si erge a paladino delle verità e della corretezza giornalistica non le voglio certo sentire

p.s. i link te li ho messi. fanne ciò che vuoi Battista.

spero vivamente ti dedichino la meritata prima visione tv a te al tuo documento ed ai tuoi "disinteressati" collaboratori

distinti saluti

gianluca frattini , un non complottista che col tempo inizia quasi a pentirsi di non esserlo visto chi vi si oppone

postato in "11 settembre: ora parlano gli organizzatori. Quelli veri." il 16/3/07 alle 22:31

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sempre per correttezza riposrto la risposta di john :john:>Nichilista, il tuo post l'ho salvato anch'io.Sono io che l'ho eliminato: è un insieme di accuse e attacchi alla mia persona, a Crono911 e a chi vi collabora. Per risponderti adeguatamente dovrei scrivere un papiro e affondare la discussione su uno scontro personale che è fuori dagli intenti di questo blog.Inserisci pure il tuo commento nel tuo blog, e se vuoi linkalo pure qui, così chi vuole va a leggerselo.Ma le questioni personali teniamoli fuori dal blog <

mercoledì 7 febbraio 2007

storia dei "profiqui" canditi virtuali


SOLDI



edito da :


nuovi mondi media


autori DENNIS ROBERT e sopratutto ERNEST BACKES



Ernest backes , oltre ad aver lavorato per l'azienda clearstream per decenni ,è stato assieme al suicida(?) Soisson l'ideatore del sistema del clearing.in Francia fece grande scalpore.e naturalmente anche in Lussemburgo(sede delle 2 camere di compensazione).in questo piccolo "manuale" della storia del clearing dai '70 ad oggi si può fare un volo panoramico tra i più grandi scandali finanziari e non degli ultimi 50'anni:BCCI , caso calvi e banco ambrosiano, p2,Bildemberg, Regan e gli ostaggi in Iran...pare un bignami della criminalità finanziaria, senza però mai trascendere nel esoterico o in balzane teorie della cospirazione internazionale da parte di eminenze grigie.

di un interesse sconvolgente.

se lo volete leggere vi consiglio comunque quella dose di scietticismo e cautela che devono sempre essere applicati a pubblicazioni di tale genere, anche se in questo caso ci troviamo di fronte ad un'opera ricca di fonti e documenti ;e sopratutto mai(per quel che ne so) smentita.



sapevate per esempio che una delle banche affiliate alla pakistana BCCI e, crollata dopo lo scandalo di Tampa, era diretta dalla famiglia principesca egiziana dei mahfouz, la stessa implicata secondo i giornalisti francesi Jean-Charles Brisard e Guillame Dasquié nelle vicende dell'11 9?(i due giornalisti pare abbiano recentemente ritrattato, ma non si sa mai che...)

coincidenze.

come una coincidenza è il fatto che il procuratore che aveva l'incarico di indagare sulla banca pakistana era il buon Rudolf Giuliani (the next repubblican candidate for the white house?).

sabato 3 febbraio 2007

il candito della "consapevolezza" nel dolce del "ricordo"



Praga … Praga. Non ci penso molto devo essere sincero. O meglio, mi spiego: quando il pensiero sale cerco di reprimerlo. Un auto -censura. Perché è una nota dolente, un livido al cuore.
È , se mi concedete l’allegoria la mia prima esperienza con la morte. Perché Praga è morta , è finità, non tornerà più nella forma in cui ha vissuto dentro me.
Si, si certo: posso andare a trovare ad uno ad uno tutti quelli che hanno rappresentato le stelle dell’amicizia nel cosmo ceco: ma sarebbe inutile; sarebbe come andare a visitare dei frammenti di memoria sbiaditi; o meglio: dei pezzi di puzzle senza più incastro.
E poi il tempo passa e con se porta Kilate di problemi; e si sa che i problemi ti fanno crescere,. E quando cresci non torni più indietro.
Decidi allora di tornare a riviverla Praga, almeno per un giorno. Biglietto e via, a tuo rischio e pericolo .
Ma nulla da fare, non è la stessa cosa.
Come spiegarvelo … vediamo … ecco : avete presente quando vi alzate la mattina d’estate e avete voglia di una bella sorsata di the freddo , aprite il frigo, prendete la bottiglia e … acqua.
Certo ottima per dissetare ma non è quello che vi aspettavate. La sua insipidezza è talmente improvvisa da renderla alla bocca AMARA.
Ecco Praga 1 year later. Non è più mia, anche se ci sono io ovunque in quel posto, pennellato sulle pareti con le tinte dei ricordi( tinte rosso fuoco , ed alcune nero pece ma comunque violentissime agli occhi) sento che quella Praga non è più me.
E pensare che ovunque lei ha potuto sentirmi:
Quante volte son salito sulla torre dell’orologio per cercar di capire in COSA mi trovavo
Quante a girare su me stesso in mezzo alla piazza per capirne il significato?
E quella volta in quel cazzo di quartiere, dimenticato anche da se stesso, come ci son finito?
E il gyros che sapore aveva ? Di acre solitudine ? Di fuga? Che paragoni!
Il biglietto potrà costare 90 euro, 70 30 1 , sarà sempre troppo. Non ci tornerò mai più perché lei non ci sarà più.
Forse con i miei figli, ma … a che pro? Quando i cocktails annacquati non costeranno più venti centesimi, il locale dove mangiavo sarà chiuso per aprire un internet point, la casa dove ho vissuto sarà sostituita da un moderno collegio privato … a che pro?

il vecchio candito ideologico e i nuovi manifestanti

Il fenomeno “ Berlusconi ”, il quale riesce a raccogliere attorno a se una marea di sostenitori e proseliti e portare in piazza una marea di folla inneggiante il suo nome ,non può certo essere spiegato con l’ignoranza delle persone di una certa parte politica .Bisogna legare questo fenomeno anche al crollo dei valori, ed in particolare di quelli comunista e socialista, tra seconda metà degli ottanta al culmine dei giorni nostri ,dove oramai servono solo a farcire le bocche di retorica anacronistica di certi politici, in un senso o nell’altro.Tali valori oltre che a dare un senso a chi li sosteneva , modellava per contrasto e forniva ragione di esistere chi vi si opponeva.Morti i valori morte le identità[politiche]


ed ecco che si vanno a creare delle lacune interiori che in pochi modi possono essere riempite:

1) anzitutto col culto della personalità , che porta le masse ad identificare il partito ( leggete anche nemico) con la figura del suo leader, e non con le sue idee , ma solo con la sua caratura, il suo carattere, la forza dell’estetica svuotata di contenuto .

2) il riecheggio di un nemico che si è perso nel tempo. A tutti piace sentire risuonare nei comizi le parole comunisti,fascisti ,socialisti( la prima va per la maggiore) pensando di poter affrontare ( o all’opposto identificarsi con )il cadavere di un passato che fu certo pesante ma anche significativo.

3) con l’abbraccio di nuove utopie: sparito il fascino dell’universo tinto di rosso( per qualcuno colore della passione per qualcuno dei litri di sangue) utopistico e egualitario, in un mondo dove dell’identità individuale e del diverso si è fatta per anni una campagna di accettazione al limite dell’inverosimile, ecco spuntare il fantasma dell’anarco-liberismo e della sua reinterpretazione storica.Un altro orizzonte difficile da scrutare e dai contorni poco precisi.

4)poi c’è l’estrema scelta: quella chiamata” sono tutti uguali” da molti definita semplicemente qualunquista. Dalla poca efficacia sociale e politica ( un non voto non ha mai cambiato nulla) ma dalla grossa espressività sociale.L’espressione di un’insoddisfazione e di un vuoto che da indolenza e pura frustrazione può divenire base trampolino per una rivolta.


Ma attenzione: se è vero che dal basso sono spesso partite le grida di dolore di chi voleva cambiare, queste sono sempre state utilizzate da chi il potere non l'ha mai avuto completamente in pugno ma comunque l'ha sempre lambito da vicino, per mutare a proprio favore ciò che senza l’ausilio della folla non avrebbe potuto ottenere.Quindi un cambiamento del vertice forse si, ma mai dal basso.Quello che è in basso viene usato solo per metterci i piedi


Quindi attenzione a queste manifestazioni “ di cravatte, pensionati ,camice verdi e analfabeti”

venerdì 2 febbraio 2007

il candito halabja

ora che il dittatore è morto e che altri sono i problemi dell'iraq occupato(o gestito a distanza ,fate vobis) parrebbe anacronistico riportare un articolo di STEPHEN C. PELLETIERE apparso sul NY times quasi 4 anni e riguardante una vicenda di quasi 20 anni fa.
ma mi pare sempre opportuno prendere a calci i supporti su cui poggiano luoghi comuni costruiti ad arte e urlati con forza nei nostri padiglioni auricolari per fare perno sul nostro senso di disgusto tanto forte e tanto spesso da giustificare altre immonde politiche di potere.

ecco l'articolo tratto da
http://comunistibergamaschi.interfree.it/2005/processo/gasati.htm

una tra tante fonti.ma l'articolo si trova ormai facilmente ovunque


Un crimine di guerra o un atto di guerra?


The New York Times January 31, 2003 By STEPHEN C. PELLETIERE Non è stata una sorpresa il fatto che il presidente Bush, in mancanza della pistola fumante come evidenza dei programmi di armamento iracheni, abbia usato il suo discorso sullo stato dell’Unione per rienfatizzare i motivi morali per un’invasione: “Il dittatore che sta assemblando le armi più pericolose del mondo le ha già usate su interi villaggi, lasciando migliaia di suoi cittadini morti, ciechi o sfigurati”. L’accusa secondo la quale l’Iraq avrebbe usato armi chimiche contro i suoi cittadini costituisce un’argomentazione familiare nel dibattito. La prova evidente più frequentemente citata riguarda l’uso di gas contro i curdi iracheni della città Halabja nel Marzo del 1988, verso la fine della guerra di otto anni tra Iran ed Iraq. Lo stesso presidente Bush ha citato “l’uso di gas contro i suoi stessi cittadini” dell’Iraq, specificatamente ad Halabja, come ragione per far cadere Saddam Hussein. Ma la sola verità è, tutti noi lo sappiamo con certezza, che i curdi furono bombardati con veleno e gas quel giorno ad Halabja. Noi non possiamo sapere con nessuna certezza che le armi irachene uccisero i curdi. Questa non è l’unica distorsione nella storia di Halabja. Io sono in una posizione che mi permette di sapere, perché, come alto analista politico della CIA sull’Iraq durante il conflitto Iran-Iraq, e come professore presso l’Army War College dal 1988 al 2000, ho avuto la possibilità di accedere a gran parte del materiale riservato che è passato attraverso Washington e che aveva a che fare con il Golfo Persico. In aggiunta, ho guidato una investigazione dell’esercito, nel 1991, su come gli iracheni avrebbero combattuto una guerra contro gli Stati uniti. La versione riservata del report scendeva di molto nei dettagli sul caso Halabja. Sicuramente sappiamo una cosa sull’uso dei gas ad Halabja: l’episodio si verificò nel corso di una battaglia tra iracheni ed iraniani. Gli iracheni usarono armi chimiche per cercare di uccidere gli iraniani che avevano preso la città, nel nord dell’Iraq non lontano dal confine iraniani. I civili curdi che perirono ebbero la sfortuna di esser rimasti coinvolti nello scontro. Ma non erano il principale obiettivo dell’Iraq. E la storia diventa ancora più torbida: immediatamente dopo la battaglia la Defense Intelligence Agency degli Stati uniti indagò e produsse un report dettagliato, che circolò all’interno della comunità dell’intelligence classificato come “importante da studiare”. Lo studio affermò che fu il gas iraniano ad uccidere i curdi, non quello iracheno. L’agenzia scoprì che entrambe le fazioni avevano usato il gas l’una contro l’altra nella battaglia attorno ad Halabja. Le condizioni dei corpi dei curdi morti, comunque, indicavano che erano stati uccisi con un coagulante del sangue – basato sul cianuro – noto per essere usato dagli iraniani. Non si è mai avuta notizia che gli iracheni, i quali si ritiene usarono l'Yprite nella battaglia, fossero all'epoca dotati di coagulante del sangue. Questi fatti sono stati a lungo di pubblico dominio ma, incredibilmente, ogni volta che il caso-Halabja è chiamato in causa, raramente sono menzionati. Un articolo molto discusso sul “The New Yorker” nello scorso mese di marzo non ha fatto mai riferimento al report della Defense Intelligence Agency o non ha mai preso in considerazione l'ipotesi che gli iraniani abbiano potuto aver ucciso i curdi. Nelle rare occasioni in cui il report è tirato in ballo, c’è di solito una speculazione, senza prove, secondo la quale il report era un prodotto del favoritismo politico americano verso l’Iraq nella guerra contro l’Iran. Io non sto cercando di riabilitare il personaggio di Saddam Hussein. Ha molte cose di cui rispondere nel campo degli abusi sui diritti umani. Ma accusarlo di aver gasato la sua gente ad Halabja come atto di genocidio non è corretto, poiché mano a mano che si ottengono nuove informazioni si scopre che tutti i casi di uso di gas riguardano battaglie militari. Ci sono state tragedie di guerra. Ci possono essere giustificazioni per invadere l’Iraq, ma Halabja non è una di queste. In realtà, quelli che davvero credono che il disastro ad Halabja abbia a che fare con le questioni attuali, dovrebbero prendere in considerazione una diversa domanda: perché l’Iran era così interessato a prendere la città? Un più attento sguardo potrebbe far luce sulla foga dell’America di invadere l’Iraq. Da tutte le parti ci ricordano che l’Iraq ha forse la più grande riserva di petrolio del mondo. Ma in un’ottica regionale e forse persino geopolitica, potrebbe essere più importante notare che l’Iraq ha il sistema fluviale più esteso nel Medio Oriente. In aggiunta al Tigri ed all’Eufrate, ci sono i fiumi Zab Maggiore e Zab Minore nel nord del paese. L’Iraq fu coperta da lavori di irrigazione sin dal sesto secolo dopo Cristo, ed è stata un granaio per la regione. Prima della Guerra del Golfo, l’Iraq ha costruito un notevole sistema di dighe e progetti di controllo fluviale, il più grande dei quali la diga Darbandikhan nell’area curda. Ed era questa diga che gli iraniani miravano a controllare quando catturarono Halabja. Negli anni ’90 ci fu una grande discussione sulla costruzione di un cosiddetto “acquedotto di Pace” che avrebbe portato l’acqua del Tigri e dell’Eufrate a sud verso gli assetati stati del Golfo e, per estensione, in Israele. Nessun passo in avanti è stato fatto al riguardo, in gran parte a causa dell’intransigenza irachena. Con l’Iraq nelle mani dell’America, di certo, tutto potrebbe cambiare. Così l’America potrebbe alterare il destino del Medio Oriente in una modo che probabilmente non potrebbe essere sfidato per decenni – non solamente controllando il petrolio dell’Iraq, ma anche controllando la sua acqua. Perfino se l’America non occupasse il paese, una volta che al partito Baath di Saddam Hussein sarà stato tolto il potere, molte lucrose opportunità si aprirebbero per le compagnie americane. Per farci entrare in guerra tutto ciò che serve è una chiara ragione per agire, una ragione che sia universalmente convincente. Ma gli sforzi di collegare direttamente gli iracheni a Osama Bin Laden si sono mostrati inconcludenti. Anche le affermazioni secondo le quali l’Iraq minaccerebbe i suoi vicini si sono mostrate fallimentari più che risolutive; nelle sue attuali condizioni – grazie alle sanzioni delle Nazioni Unite – le forze armate convenzionali dell’Iraq non minacciano nessuno. Forse il più forte argomento rimasto per portarci in guerra velocemente è che Saddan Hussein ha commesso abusi ai diritti umani contro la sua gente. Ed il caso più drammatico è costituito dalle accuse su Halabja. Prima di andare in guerra a causa di Halabja, l’amministrazione è in debito verso il popolo americano del racconto integrale dei fatti. E se ha altri esempi di casi in cui Saddam Hussein ha gasato i curdi, deve dimostrare che non erano guerriglieri curdi pro-iraniani, morti combattendo al fianco delle Guardie rivoluzionarie iraniane. Finchè Washington non ci dà prove delle supposte atrocità di Saddam Hussein, perché contestiamo l’Iraq sul piano dei diritti umani quando ci sono così tanti altri regimi oppressive supportati da Washington?


Stephen C. Pelletiere è autore di “L’Iraq ed il sistema petrolifero internazionale: perché l’America è andata in guerra nel Golfo Persico”



Iraq,Nassiriya:identificati autori
Gli undici sono terroristi di Al Qaeda
titolo tratto da:


come stupirsi: oramai non c'è oppositore del sistema anglo americano che non sia un affiliato al-qaeda
è sorprendente come un'organizzazione costituita da una maggioranza di civili votati al massacro proprio ed altrui , gonfi di odio etnico e guidati da pochi capi spirituali e militari che per forza di cose sono infrattati in culo al mondo lontani da ogni mezzo di comunicazione ,abbia una rete di contatti vasta quanto il globo e una struttura tanto articolata da far invidia all'inaffidabili mi6 ed alla cia messi assieme.
tra l'altro tale rete è nata spesso all'interno di stati ora alleati negli anni '90, ovvero un periodo in cui l'unico nemico serio per l'occidente e i suoi efficenti servizi di intelligence erano proprio loro.ancora più sorprendente è che riescano a poratare a segno costantemente i loro attacchi coordinati dalle teste del gruppo, proprio ora che non hanno più territori per addestrarsi e sono sotto la costante sorveglianza di cia,nsa,nro, mossad,mi6...

più che da criminalizarli c'è da farne un'esempio di efficienza per i nostri sistemi di sicurezza e di informazione(non che burocratici)

tratto da un mio post su www.luogocomune.net

martedì 30 gennaio 2007

io esisto

buon giorno(inteso come arco delle 24 ore) a tutti

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite
diciamo no a questo