lunedì 25 giugno 2012

MITOSI, MORULA E ANTI-EUROPEISTI

Non capisco perché, quelli come Bagnai, che chiedono che l'italia (e gli altri PIGS) esca dall'euro per poter svalutare e stampare magari un po' di moneta, così da ridurre gli squilibri intra-europei, non chiedano con altrettanta insistenza la secessione dell'italia, per adottare la stessa strategia così da risolvere il problema Nord-Sud per sempre. E poi magari la stessa cosa per la Spagna, e poi con la Scozia, il Belgio e, perché no, la Germania dell'est e quella dell'ovest.
Ognuno con la propria monetina fluttuante e una prodiga banca centrale.
La soluzione ad ogni male!

Gianluca Frattini

mercoledì 20 giugno 2012

"NON, L'UE NON LA STUDIO, TANTO NON ME LA CHIEDE"


L'attuale crisi europea é, a mio modestissimo parere, un lampante esempio di come la percezione umana sia per forza di cose schiava delle contingenze e non possa elevarsi ad una prospettiva più "neutrale ed estemporanea".
Credo, infatti, che la breve parentesi dell'Unione Europea, dalla nascita sino alla sua "repentina" scomparsa, troverà spazio nei libri di storia scolatici pubblicati tra 50 anni (sempre se si studierà sui libri), per non più di una paginetta.
Umana parentesi storica sostanzialmente INUTILE.


Gianluca Frattini

L'ETERNA ADOLESCENZA




Quando un musulmano si fa saltare in aria in una chiesa, supermercato o aereo, lo stato e buona parte dell'opinione pubblica ritengono che occorra adottare misure che blocchino i flussi migratori in entrata, che si limitino la libertà di culto e di espressione di particolari (ma spesso ampie) fasce della popolazione, che permettano allo stato di controllare e regolare la vita dei cittadini in maniera più efficace e capillare. Insomma di limitare le libertà individuali e civili.
Quando si presenta una crisi economica di significativa entità, lo stato e buona parte dell'opinione pubblica ritengono che occorra adottare misure che limitino la circolazione dei capitali, che si alzino barriere sulle merci, che si controllino prezzi/salari, che permettano allo stato di controllare la vita economica in maniera più efficace e capillare. Insomma di limitare le libertà economiche.
Nulla di nuovo: la gente teme come il fuoco ogni forma di libertà, in particolare il rischio che produce e la responsabilità che richiede.
Meglio rimanere a casa coi genitori. Più sicuro



Gianluca Frattini

"RIASSUNTO DELL'ULTIMA PUNTATA DELLA SOAP OPERA "SEMBRA FERMO MA STA PRECIPITANDO"

In Francia stravincono i socialisti in ogni dove così finalmente potranno continuare a fare la politica della destra, ma questa volta con un bello sguardo torvo verso la Germania.
In Grecia - sia lodato Urano- la coalizione che porterà alla fame il Paese come vogliono gli europeisti, anzichè quella che vuole portare alla fame il Paese come vogliono gli anti-europeisti, ha avuto la maggioranza. Fiuuuuu.
In Italia, il governo tecnico ci ha assicurato nuovamente che la crescita sta arrivando. Si è solo fermata a far benzina. Intanto, consigli per gli acquisti! "vuoi una caserma dismessa e ancora impacchettata? Ti serve un canale RAI da ristrutturare? Una Finmeccanica da bonificare? telefona al numero verde del Ministero dello Sviluppo troverai un consulente a tua disposizione per gli agganci giusti"
Negli USA il simpatico Bernanke e il pacifico Obama ci fanno una ramanzina perchè non stimoliamo la crescita. Intanto dichiarano che a loro, invece, gli stimoli non servono che l'economia gli tira da sola e poi al massimo è colpa di noi "europei socialisti e invidiosi del PIL, che li mettiamo in imbarazzo".
In Cina, le chiappe del partito bruciano sempre più perchè l'economia rallenta e il debito corre, ma il Partito è bravo a fischiettare e nessuno se ne accorge.
Infine, il telefono di mio cugino Maya continua a essere occupato.




Gianluca Frattini 

martedì 5 giugno 2012

LA GERMANIA, I BAMBINI PRODIGIO E LE CLASSI RITARDATARIE



La Germania ha un tasso di crescita più elevato della media UE, una disoccupazione ridotta e una bassa inflazione; ha abbassato la pressione fiscale sui produttori e nonostante i tagli alla spesa pubblica i suoi servizi sono più efficienti dei nostri e di quelli francesi; hanno migliorato i sistemi di protezione sociale, inoltre il loro indice di disuguaglianza è inferiore alla media UE; il suo sistema politico é ben funzionante, i contrasti sociali sono (per ora) ridotti e tutte le riforme prese negli ultimi anni hanno raccolto il sostegno popolare e sono state concertate con le parti sociali; la Germania é all'avanguardia in Europa nell'innovazione produttiva e tecnologica, ha una normativa ambientale più stringente e investe massicce risorse nelle fonti energetiche alternative.
Certo, tra l'essere la migliore economia d'Europa e l'essere perfetta ce ne passa, e nella crisi odierna la Germania ha certo delle ingenti responsabilità.
Internamente é aumentato (anche lì) il precariato e i salari sono cresciuti meno della produttività e del resto del continente (sebbene, forse, nei PIIGS il costo del lavoro sia invece cresciuto troppo). La Germania é poi troppo dipendente dalle esportazioni, il che la lascia in balia della mutevole domanda globale e, a livello europeo, crea quei grossi squilibri delle bilance commerciali che stanno destabilizzando l'area a moneta unica. Ci sarebbe da specificare, però, che ciò non é il frutto della mente e dell'egoismo di Schroeder, Hartz e la Merkel, visto che il Paese, come il Giappone, é sin dalla fine della IIWW votato all'esportazione. I riformatori hanno semplicemente cercato di combattere la recessione aumentando la propria competitività attraverso una riduzione del costo del lavoro (concertata coi sindacati e agevolata da una riduzione della pressione fiscale).Hanno anche loro violato Maastricht. Infine, il suo sistema creditizio ha contribuito ad alimentare la bolla immobiliare in Spagna e a finanziare il debito pubblico in Grecia e in Italia (seppure il maggiore detentore dei titoli di tali debiti sia la Francia).

Per quanto detto sopra e considerando che si tratta della prima economia europea, la Germania deve a questo punto prendersi anche lei le proprie responsabilità e, cercando di convincere i suoi cittadini/contribuenti, mettere mano al portafoglio per tentare di salvare in qualche modo questo continente a un passo dal baratro. Questo se non vuole trasformarsi da prima promotrice dell’unificazione monetaria a sua (magari immeritatamente) forza disgregante.

Però non possiamo e non dobbiamo permettere che l’intero salvataggio dell’Unione gravi sulle spalle della Germania , nella convinzione (spesso espressa con toni assolutori) che il salvataggio dell’Europa debba passare per un livellamento verso il basso della produttività e della competitività; una solidarietà che danneggia i migliori. Perché se è pur vero che il modello tedesco non può essere adottato da tutti i paesi dell’Unione, è altrettanto vero che un’Unione dove il concetto di concorrenza viene eclissato a favore di un eccesso di solidarietà, ossia di ASSISTENZIALISMO, e dove i paesi più ritardatari non fanno alcuno sforzo per far risolvere i propri problemi strutturali e per riformare le proprie economie - al fine di far fronte al mutato contesto globale-  nella convinzione che vi sarà sempre qualcuno pronto a salvarli, non solo non ha senso, ma avrà comunque vita breve.

E’ un po’ come per quelle classi scolastiche, dove la presenza di alcuni bambini prodigio, ricchi di talento, viene vista con fastidio e disagio, e dove si preferisce frustrare le loro qualità, perché  “non si può  lasciare indietro la maggioranza in ritardo”. Una società che non sa premiare il merito e non è in grado di garantire un equilibrio tra il sostegno a chi ha più difficoltà e la libera espressione di chi ha più capacità, è destinata ad estinguersi o ad essere rimpiazzata.

Gianluca Frattini

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite
diciamo no a questo