domenica 20 novembre 2011

OPINIONI DI UNA TESTA DI CAZZO: IL COMUNISMO SALVERà IL MONDO.


Secondo i fautori del sistema economico a pianificazione centrale - per gli amici: comunismo- , se l’insieme di tutti i mezzi di produzione venisse espropriato e, eliminando la proprietà privata, venisse dato in mano allo stato centrale, la divisione dell’umanità in classi sociali svanirebbe (e questo già non corrisponde a verità), con conseguente cessazione di ogni conflitto e lotta, vista l’uniformazione di ambizioni e volontà, dando vita ad un mondo di UGUALI.

Ciò è palesemente falso. La gente tende ad ignorare le forme in cui le peggiori passioni umane si possono presentare: invidia, gelosia, ira. Con un’ottica tipicamente marxista, frutto di un esasperato “materialismo storico”, si crede che ogni “male” sia originato dalla proprietà privata. Ma anche in un sistema di uguali come quello sopra configurato, i motivi di scontro possono presentarsi e persino moltiplicarsi, data la carenza della valvola di sfogo data dal possesso di beni e ricchezza, e data l’impossibilità di utilizzare quest’ultima come elemento di distinzione.
Passando poi dal piano psicologico a quello politico e sociologico, è ovvio ricordare che le società umane, da sempre, si sono parcellizzate in gruppi, caste, associazioni, che non si basavano su caratterizzazioni economiche, ma culturali, religiose, linguistiche, e la cui forza spesso viene trascurata dai marxisti. A tali divisioni l’annullamento della proprietà privata non pone rimedio.
Per fare degli esempi concreti: io potrei essere un individuo meschino ed egoista, che ritiene ingiustificata la scelta dello stato di spendere parte del prodotto collettivo per sostenere le famiglie numerose; oppure, da buon razzista potrei non capire perché i “negri” debbano condividere con me gli stessi spazi pubblici, già affollati; perché utilizzare, poi, tanto lavoro per l’edificazione di luoghi di culto per quei babbei dei religiosi?...

È falsa poi l’idea che con il comunismo scomparirebbero le classi sociali. Si ridurrebbero a solo due: i burocrati che possiedono tutto e dispongono (quasi) arbitrariamente di ogni cosa, e il resto della popolazione che non possiede nulla. Un bel mismatch, no?

Inutile poi rilevare che la degenerazione del potere non è dovuta alla sua origine, ma è insita nella sua stessa natura, e ha la tendenza ad accrescere con l’aumento della sua concentrazione. Lungi dal diminuire, i pericoli connessi al potere, nel sistema comunista centralizzato, aumenterebbero di 10, 100, 1000. Tutti i mali legati alla mala gestione pubblica,che ben conosciamo, finirebbero per diventare incontrollabili.

Infine, toccando una corda molto sensibile per i comunisti post ’89, si può affermare che il comunismo e l’ambientalismo sono inconciliabili (ma anche l’estensione a dismisura del concetto di “bene comune” a ciò che bene comune non è, conduce ad effetti negativi paragonabili).
Pensate davvero un sistema che ha per conseguenza la scomparsa del meccanismo informativo dei PREZZI possa andare d’accordo con la giustificata preoccupazione per la scarsezza delle risorse? Qual è, infatti, al giorno d’oggi, l’ostacolo all’estrazione esasperata e all’uso più intensivo di combustibili fossili? Qual è il fattore guida negli investimenti verso tecnologie Green, e cosa dissuade maggiormente i cittadini dallo sfruttare tecnologie e mezzi “voraci” dal punto di vista ambientale, o dall'assumere comportamenti poco assennati? Che cosa avverrebbe se l’unico meccanismo informativo di trasmissione della “scarsezza” – il prezzo- fosse bandito?
Bene. Non credo che serva neppure essere dei difensori della libertà assoluta come valore in quanto tale, o tantomeno dei lettori di Von Hayek o Mises, per rendersi conto che il comunismo, in tutte le sue molteplici varianti, è una colossale stronzata

Gianluca TdC

martedì 18 ottobre 2011

OPINIONI DI UN TESTA DI CAZZO: SE GANDHI NON SI INDIGNA



Oggi, non avendo nulla di meglio da fare, ho deciso di pubblicare una mia riflessione sui fatti di Roma di sabato 14, sotto forma di Status qui su Facebook. Lo stato recita questo:

I manifestanti di questi anni HANNO UNA GROSSA RESPONSABILITà nei confronti dei fatti di Roma: nel corso degli ultimi 10 anni sono state pochissime le voci di protesta e le volontà di distacco nei confronti del cancro della violenza che si stava sviluppando in seno al movimento No-Tutto; tanti invece sono state le voci assolventi - "a fronte di quello che ci succede", "il movimento non è quel movimento", "arrivati a un certo limite...". Così la massa violenta montante si è sentita tutelata e legittimata. Riconosciamocelo.

In altre situazioni e occasioni ho espresso concetti simili, e tutte le volte sono andato incontro allo sdegno dei più, i quali quasi sempre hanno finito per replicare alle mie osservazioni con argomenti così sintetizzabili: 1-" La maggior parte delle persone è pacifica ed estranea alla violenza"; 2-"non c'è ragione perchè la gente giustifichi comportamenti auto-lesionisti"; 3-"a un certo punto non ci resta che la violenza". Anche in questo caso è andata così. Mi sento, allora di replicare con un triplice NO, che andrò ad argomentare.

1- La mia affermazione era un'ovvia provocazione che mi era parsa ben calibrata e indirizzata verso un preciso bersaglio. Evidentemente non lo era. E'ovvio che non mi riferivo alla maggioranza (credo) dei singoli individui , o di gruppi auto-organizzati, partiti sabato per dimostrare pacificamente le loro ragioni e che nel loro piccolo hanno provato a circoscrivere le violenze. Non alle famiglie con bambini che ambivano a partecipare attivamente ad una società che gli appartiene; non ai ragazzi "zaino in spalla", orfani di politici non li rappresentano. Le mie parole erano dirette a quel gruppo di "Creatori di Consenso" - i giornalisti, i partiti autoproclamatisi rappresentanti degli indignati, i capi popolo, i professionisti dei cortei, i rappresentanti di categorie e organizzazioni- che in questi anni hanno fatto sentire la loro voce su media mainstream e sulla rete; ma anche ai tanti singoli individui che sulla rete fanno fuoriuscire con facilità la loro rabbia latente. Sono loro che hanno parte del merito di aver creato questo clima di tolleranza e malcelata accondiscendenza.

2- Sull’incomprensione di come le masse si lascino guidare dall’irrazionalità, tanto da finire per adottare comportamenti boomerang come il giustificare le violenze, vorrei far notare come dalle mie parole si evinca che quello che è successo sabato sia la conclusione di un fenomeno che si è sviluppato negli anni. Il “movimento” (prima NoGlobal, poi degli Indignados) nasce più di dieci anni fa, e nel corso di tutto questo tempo si è manifestato in tutto il mondo con modalità ed intensità diverse, anche nel nostro paese. Spesso è stato accompagnato, nelle sue manifestazioni, da episodi di violenza più o meno drammatici. All’inizio, però, la violenza era indirizzata verso bersagli in parte condivisi anche dal “movimento pacifico”, ovvero “il sistema”. I cellerini, la Finanza Globale, i palazzi del potere, quelli della politica, le forze dell’ordine in genere. In questo frangente, con questa modalità, la violenza veniva più facilmente tollerata, compresa, negata o nascosta. Si tratta di dissonanza cognitiva: accettare la presenza della violenza, e condannarla tout court, sarebbe stato un po’ come ammettere che qualcosa nel movimento era sbagliato, da ripensare, e inoltre sarebbe stato un arretramento nella battaglia. E qui un profluvio di:” ci sono gli infiltrati”, “son poche mele marce”, “hanno incominciato i cellerini”… Ma si sa, la violenza segue una legge universale: degenera con facilità. Ed eccoci arrivati al 14/10/11, quando la violenza è diventata cieca, indifferente, stupida: insomma ingiustificabile e pericolosa per tutti. Ma ormai è tardi, il clima di tolleranza di cui i violenti han beneficiato aveva già dato i suoi frutti.

3- L’ultimo appiglio retorico è quello dell’incazzatura: “nessuno ci ascolta e ci rappresenta, le uniche parole utili son quelle delle mani”. No! Non è accettabile a causa di queste motivazioni:

DEGENERAZIONE: la violenza non segue regole, lo abbiamo visto sopra. Non serve aggiungere altro a riguardo.

COERENZA/1: se tolleriamo la nostra di violenza, perché giustificata dalla comprensibile rabbia, allora dovremmo giustificare anche quella di chi è stato vittima di un attentato terroristico di matrice islamica, e chiede di bombardare a tappeto l’Afghanistan e il waterboarding per i sospetti terroristi; oppure chi, con la macchina fracassata e la vetrina infranta, chiede il ritorno alla legge Reale. Capite?

COERENZA/2: per un movimento che pretende di ispirarsi a Gandhi (scelta opinabile), non basta scrollarsi le spalle di fronte alla violenza e fingere che non lo riguardi, che i facinorosi non fanno parte dell’organismo che si ribella. Troppo comodo

BOOMERANG: non serve ricordarvi che in un paese fatto di anziani, in cui il terrorismo è stato endemico e tragico, e in cui i giovani sono un problema e non una risorsa, la violenza è sempre e comunque autolesionismo puro, ed è facilmente strumentalizzabile da chi si oppone al "popolo della piazza".

DIETRO LA RABBIA NIENTE: la rivoluzione francese non è stata solo la presa della Bastiglia, ma anche i Lumi. Oltre a Robespierre c’erano Voltaire e Diderot . Prima della rabbia , assieme alla rabbia, dopo della rabbia, ci vogliono riflessione,lucidità e risposte concrete, basate su fatti e valutazioni razionali. Invece tutti i movimenti, da Seattle a Devos, da Toronto alla Val di Susa, sono stati una sequela di: NO Global, NO OGM, NO Biocarburanti, NO tav, NO capitalismo, NO finanza, NO nucleare, NO politica, NO anti-politica...

Non c’è nulla da fare? Certo, la prima cosa è quella di fare ricorso finalmente al voto punitivo (si punitivo) slegato da qualsiasi fedeltà a partito o ideologia; se serve persino smettere di votare in massa. Poi certo la piazza, ma in forme diverse, per chiedere che vengano approvate finalmente le riforme che servono. Le quali esistono e sono alla nostra portata. Sono quelle richieste dalla BCE e daMario Draghi, e da anni implorate da Banca d’Italia. Certo richiedono i loro tempi, i loro aggiustamenti, e notevoli aggiunte, ma le possiamo affrontare. Il problema è che tali riforme ci costringono a riconoscere che i primi responsabili della crisi, e quindi quelli che devono affrontare i maggiori sacrifici e le maggiori sfide, siamo NOI e non solo i famelici finanzieri, i ricchi banchieri e i corrotti politici.

QUESITO. Il popolo sarà ora disposto a scendere in piazza contro se stesso?

Gianluca TdC

sabato 27 agosto 2011

LETTURE (QUASI) CONSIGLIATE: "L'idiota in politica", Lynda Dematteo


La Dematteo è un'antropologa francese che per quasi un decennio (facendo un'immane violenza alla sua sensibilità) ha deciso di frequentare le sezioni del partito leghista della provincia bergamasca per effettuare un lavoro di ricerca etno-antropologico sul Partito che ce "l'ha duro".

la ricercatrice, attraverso la tecnica dell' "osservazione partecipante" ci spiega la genesi, il successo e le peculiarità di uno dei partiti più anomali del panorama politico europeo, in un'ottica originale, quella appunto antropologica, spiegandoci i meccanismi che hanno caratterizzato il movimento leghista discostandosi dalle consuete analisi politologiche o economiche.

L'elemento caratterizzante del leghismo è la "maschera" carnevalesca: ovvero il personaggio appartenente alla tradizione popolare italiana, che stravolgendo i valori tradizionali della società in cui vive, gli stereotipi, l'etica, i costumi, cerca di affermare una nuova verità favorevole a quelle classi popolari (i "paria") che nei contesti sociali sono vittime spesso di derisione e soprusi.Lla perfetta descrizione del pagliaccio Bossi

Il libro non è, però esente da critiche.

innanzitutto l'autrice (chiaramente di sinistra) non prende sul serio alcuni argomenti validi della propaganda leghista: per esempio il drenaggio di risorse pubbliche dal nord al sud, che il sociologo Ricolfi chiama "sacco del nord".

Poi, come tutti i saggisti francesi in cui sono incappato, utilizza uno stile linguistico pesante e spesso contorto. Alcune affermazioni sembrano spesso contraddire altre precedenti.

Poi come tutti i francesi non fa altro che fare riferimento ad altri studiosi conterranei, come se il mondo della cultura si esaurisse tra Marsiglia e la Normandia.

Tutto sommato però, a chi ama l'antropologia e chi è interessato a capire il mondo della politica italiana dai '90 in poi lo consiglio

Gianluca TdC

giovedì 9 giugno 2011

BIANCA - NO - NO - SI


Voglio qui palesare le mie intenzioni definitive di voto (alle quali proprio all’ultimo istante sono giunto), non tanto per dare indicazioni o suggerimenti ad alcuno, essendo anche consapevole della mia scarsa influenza nel modellare le opinioni, ma quanto per infodere un ulteriore stimolo in extremis alla riflessione sui quesiti referendari; per mettere una crocetta effettivamente consapevole. Quindi:

1° quesito, Nucleare: SCHEDA BIANCA. E’ stata la decisione più combattuta, pervenuta negli ultimi istanti si può dire, e che può essere sintetizzata come “neutralità non neutrale”. Non ho intenzione di dire Si, perché rifiutare l’opzione nucleare è a mio avviso un affronto al buon senso e una restrizione alla propria visione del futuro, dovuta a paure assolutamente irrazionali e montate da propaganda interessata. Allo stesso tempo non spunterò nemmeno il NO, e non per considerazioni riguardanti “la corruzione” (quella la dovremmo combattere quotidianamente anziché inchinarci sconfitti ad essa), né la sicurezza (il nucleare è la non rinnovabile più sicura), né per favorire le rinnovabili (che con la rinascita nucleare non “c’azzeccano” nulla) né per motivi politici ( le maggioranze crollano, persino quelle del Bassissimo, i problemi energetici restano). Lo faccio a causa di tre effetti che definisco: effetto incentivo, effetto FS, effetto accanimento terapeutico. Innanzitutto dire No oggi vuole significare lasciare un barlume di vita al “piano di rilancio nucleare”, eccezionalmente DISSENNATO, proposto da questa maggioranza. Inoltre sono consapevole che il sistema energetico nazionale soffre di due problemi: carenza nella rete e SURPLUS di potenza. Fare oggi il nucleare senza aver risolto questi due problemi, ricorderebbe quanto è accaduto per le FS negli ultimi anni: miliardi in investimenti per treni TAV supersonici, e poi per andare da Milano a Brescia ci voglio 4 ore, sempre che non piova! Infine sono consapevole che il programma nucleare, che comunque non sarebbe mai partito a prescindere dal referendum, con la vittoria dei SI (e quindi anche della mia bianca, che ne corrisponde) subirebbe il colpo di grazia, con conseguenze simili a quelle che si sono presentate nell’87, ma aggravate. Ma io non sono per gli “accanimenti terapeutici”, e tirare avanti un discorso che non ha basi di appoggio è ipocrisia.

Però, ragazzi, un favore: Non facciamo demagogia su questo quesito!

2° quesito, decreto Ronchi: NO. Su questo non ho il benché minimo dubbio, e le mie certezze non derivano da particolari preferenze tra pubblico o privato, che qui c’entrano come Barbara D’Urso con il Premio Nobel. Scegliere il SI a questo quesito equivale a sostituire l’articolo 23 bis. con la normativa europea, la quale lascia alla piena discrezionalità del decisore pubblico locale la scelta se continuare a gestire la risorsa In House o affidarla tramite gara ad evidenza pubblica. Da qui la mia domanda: se una gestione pubblica inefficiente e clientelare ha la possibilità di continuare a gestire “in casa” l’acqua, senza la minaccia di affidamento a privato, che incentivi avrà a migliorarla? E di contro: se una giunta vuole affidare la risorsa a un privato, tramite una gara “tailored”, disegnata per favorire gli amici del sindaco, e con la normativa europea può farlo comunque, perché dovrei votare SI? attendo fiducioso una risposta che non sia “ci sono cose più importanti” o peggio “tanto comunque ci fregano e non cambia nulla” [quindi? Allora perché CAZZO vai a votare???].

3° quesito, remunerazione del capitale: NO. Su questo ho poco da dire, anzi pongo a voi un’ennesima domanda: dal momento che gli investimenti nell’infrastruttura, specie quella di depurazione,sono indispensabili (60 miliardi di euro per riparare a perdite del 40% nella distribuzione!), e che i capitali dovendo essere presi a prestito necessitano anche di essere remunerati, preferite che questo costo vi compaia in bolletta o che finisca nei meandri oscuri della finanza pubblica, in voci di bilancio nel migliore dei casi incomprensibili e non accessibili al cittadino? Fate Vobis [ sulla questione del 7% di remunerazione rimando a questo http://phastidio.net/2011/06/08/ancora-sullo-scandaloso-7-per-cento/ , e aggiungo che comunque il quesito non lo toccherà]

4° quesito, Legittimo Impedimento: SI. Ok, è vero: la Corte Costituzionale ha già in sostanza detto no a questa legge truffa, ben argomentando le sue motivazioni. Ma non mi stancherò di ripeterlo: questo è un referendum su Berlusconi, non tanto come uomo (ahahahah,scusate), né sulla sua politica nel complesso (ahahah, scusate di nuovo) , ma sulla sua assurda pretesa di essere al di sopra delle regole che sostengono le democrazie liberali e in quanto “emanazione della diretta volontà popolare”. NO, non è superiore alle leggi che regolano la nostra società, e No, cazzo, non esprime la nostra volontà. Dobbiamo inoltre finirla nel credere che un funzionario pubblico (ovvero chi gestisce il nostro presente e futuro) e che già gode di infiniti privilegi dovuti alla sua carica, possa arrogarsi il diritto di poter derogare all’universale regola dell’uguaglianza di fronte al diritto. Nel vero liberalismo, ai maggiori benefici di cui godono i poteri pubblici DEVONO corrispondere MAGGIORI RESPONSABILITà, cosicché solo i migliori possano ambire a tale carica. Se poi vogliono le varie immunità “perché insigniti d’importanti responsabilità sociali, e non potendo essere distratti nella loro missione”, allora che venissero concesse anche ai cardiochirurghi, agli agenti della DIGOS, ai vigili del fuoco, etc., che di responsabilità e missioni di carattere sociale non hanno nulla da invidiare ai politici.

Gianluca tdC

mercoledì 8 giugno 2011

UN APPELLO AGLI AMICI CHE VOTERANNO AI REFERENDUM


Domenica 12 e lunedì 13 si consumerà l’ultimo atto di un crimine contro il buon senso. Un uomo basso, triviale e ignorante, ma che si crede la personificazione dell’Italia, ha definito i referendum ; l’ometto mi disgusta tanto da impedirmi di far mie le sue parole. Vero è, però, che i 4 quesiti per i quali verremo chiamati a esprimerci, hanno subito una gigantesca strumentalizzazione, finendo per divenire l’ultima arma di una battaglia nella quale non sarebbero mai dovuti entrare, e soprattutto non permettendo a noi cittadini di capire il loro reale significato.

Avrei voluto quindi spendere un po’ del mio tempo per farvi comprendere che il quesito sul nucleare era nato già morto; che se fino a qualche tempo fa la possibilità che i nostri governi dessero vita al progetto nucleare era miserrima, dopo Fukishima questa si era ridotta a zero, e ha subito il colpo di grazia con il recente “decreto omnibus”. Magari vi avrei potuto far presente che dire NO al nucleare (quindi SI al referendum, non confondetevi) non vuole assolutamente dire che trasformeremo il nostro paese nel “paradiso dei mulini a vento”, né in una “Germania con più sole”. Vorrebbe piuttosto significare maggiore gas dei signori Chavez e Putin, e magari di qualche signorotto feudale del Centro Asia, con il corollario della moltiplicazione dei rigassificatori, che tanto fanno storcere il naso ai vari Grillo dei <è tutto molto semplice>. E magari potrebbe voler dire più petrolio da nuovi Raìs d’Arabia e più Biodisel degli “speculatori cattivi”.

Mi era balenata l’idea di spiegarvi che, NO, NESSUNO vuole privatizzare l’acqua “dono di Dio”, che è impossibile, e che si parla solo della GESTIONE DELLE RETI IDRICHE! Che votando No al primo quesito su “l’acqua pubblica” (mistificazione già nel nome, sic) , ovvero sul decreto Ronchi, non impedirete ad un’amministrazione comunale di privatizzare la gestione della rete, ma renderete ancora più opaca, arbitraria e discrezionale la sua volontà di metterla a gara o gestirla da sé, ANCHE LE AMMINISTRAZIONI MENO EFFICIENTI! Che il prezzo delle tariffe non solo DOVREBBE AUMENTARE se vogliamo un servizio efficiente, ma che quando aumenta non è colpa del “meschino profitto”. Che L’importanza del tipo di gestione, pubblica o privata che sia, è secondario , se è vero che in Gran Bretagna il servizio è privatizzato ma funziona meglio che da noi, mentre in Usa è pubblico è funziona sempre meglio che da noi, e che allora forse i problemi veri sono altri.

Ma poi ho riflettuto, ed ho capito che non sarebbe servito. Perché ho la certezza che domenica prossima, un po’ perché spinti dall’onda lunga di recenti elezioni, un po’ perché indignati (tormentone) e, in fondo, perché motivati dalla voglia di fare del bene per tutti, nella cabina voterete compatti e fieri 4 SI, anzi, se ne aveste la possibilità 5, 6, 7 SI, per sicurezza, per “farvi sentire”.

Allora vi faccio quest’appello: non vi fate trascinare dal “vento di Pisapia”, che sa contro chi scagliarsi ma non sa per che cosa ; non improvvisatevi indignados come quei tanti spagnoli incazzati, pronti a scendere in piazza perché non hanno più sogni ma nemmeno idee. Il 15 di giugno, a urne chiuse, con il quorum in tasca, non dimenticatevi dell’acqua che scende dal vostro rubinetto, perché il pericolo è passato. Non pensate che l’energia è tanta, per tutti e per sempre, e se qualcuno v’insinua il dubbio, non tirate fuori teorie strampalate di decrescite felici, consumi controllati o catastrofici film di Al Gore. L’acqua, l’energia sono e saranno ancora di più dei problemi anche dopo questi referendum: carenza di investimenti nel settore idrico, regolamentazione assente o inadatta, perdite del 40% nella rete, tariffe troppo esigue; assenza di un piano energetico nazionale, mancato rispetto degli impegni con Kyoto, totale dipendenza da fonti estere (fossili), centrali nucleari oltralpe…. Ricordiamoci che essere cittadini vuol dire essere partecipi ed informati costantemente e, dove la politica non fa nulla per potenziare ed incentivare il nostro impegno, dobbiamo essere noi a dare luogo ad un empowement , grazie anche alla Rete.

Ricordatevelo fuori dalla cabina.


Gianluca TdC

Ps. Ho volutamente glissato il 4° quesito perché sappiamo tutti il suo reale significato. Anche in questo caso, dopo la decapitazione recente operata dalla Corte Costituzionale, il referendum sul “Legittimo impedimento” ha perso quasi ogni valore. Ma è inutile negare che questo specifico voto sarà un messaggio diretto inviato a Berlusconi, per far capire che a tutti noi - gente di sinistra che l’ha sempre avversato, gente di destra che vede traditi i propri valori, e chi, come me, anche non riconoscendosi in nessuno dei precedenti schieramenti, sente che l’ometto è un affronto a tutti gli ideali dell’autenticoliberalismo- beh, ha rotto il cazzo! Perciò anche il mio sarà un SI rabbioso e deciso.

martedì 8 febbraio 2011

IL CAVALIER OSAMA E LA GROTTA DI ARCORE


E' una vergogna!

Vorrei ricordare a tutti i giustizialisti dell'ultima ora, ai tanti esponenti del partito dell'odio, pronti ad affondare nella carne molle i loro denti affilati, che OSAMA BIN LADEN è innocente fino a prova contraria, e che quindi chiunque lo accuserà di essere implicato negli attentati dell'11 settembre 2001, sarà passibile di querela per diffamazione.

Non mi stancherò mai di ripetere che Bin può vantare -a differenza dei suoi tanti detrattori- una fedina penale linda come i fiumi che scorrono nell'Eden. Mai, difatti una giuria riconosciuta ed internazionale si è espressa fino all'ultimo grado di giudizio, in direzione di una sua colpevolezza.
Certo, qualcuno argomenterà -maliziosamente- che alcuni suoi collaboratori, tra i quali Bin Lashib e Khalid Shaykh Muhammad, sono stati (a nostro giudizio ingiustamente) considerati in qualche modo responsabili di alcune colpe. Ma parliamo, Signori, di tribunali militari privi di una qualsiasi validità. Dediti persino alla tortura, al fine di estorcere confessioni "spontanee"! Quale valore possono avere quei giudizi? e che prove certe ci sono dei rapporti (tuttalpiù amicali)che intercorrevano tra loro??

In moltissimi filmati diffusi dallo steso Osama, nega ripetutamente ogni coinvolgimento. Negli anni si son visti, trasmessi da Tv occidentali, filmati che, si dice, dimostrerebbero il contrario. Questi filmati non esistono, e se esistono sono dei video-montaggi che diffidiamo dal trasmettere.

Mai, e ripeto MAI, lo sceicco si e sottratto dalla mano severa della legge. Si parla di fuga e di nascondigli rupestri. Falso. Osama ha sempre solo richiesto di essere processato dal suo giudice naturale, neutro ed imparziale, che facesse riferimento all'unica e vera giustizia del popolo: quella della Sharia.
Rifiuta invece l'accanimento al quale è sottoposto da decenni, da parte di organismi internazionali ideologizzati e sinionisti, vittime di un occidentalismo che cerca di minare la volontà del popolo islamico.
Ricusa poi la competenza di tali autorità, che si trovano, in quanto straniere, fuori dalla loro giurisdizione.
E' un fatto conclamato che è dal 1998- 13 lunghi anni- che le autorità ideologizzate occidentali tentano ad ogni costo di rovesciare il potere che lo sceicco Laden si è conquistato con i suoi sacrifici, e di scalzare le autorità sovrane di stati altrettanto sovrani come il Afganistan.
Da 13 anni con ostinazione provano con ogni mezzo illecito a violare la libertà e la privacy di Osama, pur di impedire che si realizzi la sua rivoluzione liberale islamica, per la quale acclamano centinaia di migliaia di mussulmani nel mondo.
E' un fatto altrettanto incontestabile che Bin Laden è l'uomo più perseguitato del mondo. Semplice invidia.

I suoi detrattori si scordano - o cercano di farvi scordare- come negli anni '80 lui sia stato un grande amico dell'occidente, e sia riuscito là dove l'occidente a fallito, contrastando l'invasione comunista sul campo di battaglia.
I media ideologizzati lo dipingono come un criminale. ma se il medio oriente è in queste gravose condizioni è colpa dell'eredità che il colonialismo occidentale e sionista ci ha lasciato dagli anni passati.
e come dimenticare, poi, che Bin Laden vi ha tolto l'ICI e ha eliminato il problema dei rifiuti campani???


Gianluca Tdc

OPINIONI DI TESTA DI CAZZO:UN TRADIMENTO DOVUTO



una veloce osservazione sul perchè Marchionne farebbe bene a spostare il centro di comando della FIAT da Torino, e dall'Italia più in genere, e perchè accusarlo di tradimento é fuori luogo.

L'identità nazionale di un'impresa, o meglio, la sua identificazione territoriale, non ha ormai (da circa un centinaio di anni per la verità) più alcun senso. Pensare di definire la Nestlè come svizzera o la Google come americana, sarebbe un non-senso. ciò che ha ancora una rilevanza geografica è, per ovvi motivi, la dislocazione delle diverse unità che compongono l'organismo impresa all'interno del contesto globalizzato: l'amministrazione qui, alcune unità produttive là, ecc. Gli stati nazionali si inseriscono, con maggiore o minore intensità ,all'interno di questo meccanismo, per condizionare le scelte di collocamento delle imprese, e lo fanno attraverso diversi mezzi. Alcuni di questi sono legali, leciti e corretti - in sostanza attraverso spesa pubblica mirata, bassa pressione fiscale e burocrazia leggera e rapida- ed altri meno legali e leciti - corporativismo,protezionismo, cecità di fronte al dumping, connivenza nell'abrogazione di diritti sul alvoro...-. Ovvio che uno stato moderno cercherà di operare virtuosamente atraverso i primi, dato che i secondi non sono certo sostenibili per una comunità. Nell'Italia di oggi i primi mezzi sono fermi in cantiere (nella migliore delle ipotesi) mentre i secondi, sebbene piuttosto attivi e diffusi, non fanno altro che premiare chi si sottrae alla libera competizione capitalista, premiando i monopolisti e chi le regole non le rispetta.

Ecco perchè Marchionne fa bene a scappare. Ed è anche per questo che consiglio a chiunque abbia qualche mezzo per farsi valere nel modo, di fare lo stesso. Ma questo è un'argomento che mi riservo di trattare a breve in un'altro post.

Gianluca Tdc

lunedì 7 febbraio 2011

IL VESTITO NUOVO DEL MENTITORE


SE si possono chiamare le cose col loro nome, si deve dire che il mondo del Cavaliere lo si rintraccia in un paio di righe di Una sporca storia di Eric Ambler. In quel libro c'è un personaggio - Arthur Abdel Simpson - che ricorda i consigli che da bambino ha ricevuto dal padre: "Uno dei suoi primi insegnamenti fu: mai dire una bugia se puoi cavartela a forza di stronzate". [...]continua a leggere

di Giuseppe D'Avanzo tratto da Repubblica del 04 febbraio 2011

il lavoro nobilita l'uomo. quello pagato anche di più



questo è un commento all'interessante articolo di emanuele sbardella, sul tema degli stage sottopagati, pubblicato sul suo sul suo blog, e che a sua volta vuole essere una lettura critica di un'altro, di Stefano Feltri, apparso sulla versione on-line del fatto quotidiano e dal titolo “La truffa degli stage”

l'articolo di emanuele e quello qui sotto linkato. Vi invito a leggerlo prima di passare alle mia piccol riflessione.

http://networkedblogs.com/dWOm6

ogni tipologia di contratto lavorativo dovrebbe avere, chiara e in calce, la sua ragione d'essere.E dovrebbe averla per entrambi gli attori interessati alla stipula. Lo stage troverebbe la sua ratio nel permettere di collocare un giovane alle prime esperienze lavorative, all'interno di un contesto organizzativo, al fine di permetterli un percorso di APPRENDIMENTO che abbia poi come sbocco un definitivo ( iperbole per contratto a tempo determinato)l'inserimento pienamente integrato del lavoratore stesso. i vantaggi sarebbero ovvi per entrambi.

attualmente invece, l'esperienza del tirocinio consiste nello svolgere per un brevissimo periodo le mansioni più umili ma necessarie al funzionamento di una società, evitando a quest'ultima l'onere di assumere un nuovo impiegato. vantaggi unilaterali.

se a questo si riduce lo stage("steig" "stasch" tirocinio...)la rivendicazione salariale si scopre necessità

non dobbiamo però rassegnarci allo status quo, ne tanto-meno invocare rivoluzioni di classe volte a modificare il sistema di produzione capitalista, e bal-blaismi.

soluzioni immanenti al "terribile" "turbocapitalismo" liberale e globalista ci sono, e finiscono tutte sotto l'etichetta "competizione"

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/12/sembra-che-in-italia-per-amore-o-per-forza/76335/



Gianluca TdC

OPINIONI DI UN TESTA DI CAZZO: QUESTION TIME




Apriamo ora il dibattito nella formula “Question time” al libero parlamento della Repubblica di Internet sul tema “ Non sono fatti miei”. Risponde il Ministro per l’Attuazione del Programma Sovversivocomunistaantiliberaleanarchicosinistroidegiustizialistagolpista:

1- Quelle saranno state pure minorenni ma erano più che consapevoli d quello che facevano. Non vedo che colpa ne abbia il mio berlu’ [argomento sticazzismo 1].

Al mondo esistono certamente persino 12enni emancipate sessualmente, fortemente consapevoli del (e spesso desiderose di usare il) proprio potenziale sessuale. Questo non è certo una motivazione per eliminare il reato di prostituzione minorile. E’ proprio la capacità di circuire una minorenne e sfruttare proprio queste pulsioni “non educate” a rendere il reato così grave. Certo se poi siete disposti/e a mandare vostra figlia/nipote/sorella a bere “coca light” perché è una dritta, una “mina vagante”…

2- Quello che fa a casa sua non ci interessa, basta che governi bene [sticazzismo 2].

Davvero? L’anomalia che rende il “Presidente migliore degli ultimi 150 ’ anni” la peggiore scelta che potessimo fare, è che proprio in virtù della sua condizione unica (in Italia e nel mondo) di imprenditore monopolista, sulla cui testa pendono decine di provvedimenti giudiziari e le cui frequentazioni sono quantomeno dubbie, che si trova costantemente nella condizione di dover piegare e violentare il sistema giudiziario e legislativo per salvarsi il culo; con il naturale corollario di distorcere la già incancrenita legalità del nostro paese, cosa che si ripercuote su tutti noi.

3- Di quello che fa sotto le lenzuola, a noi italiani non frega nulla [sticazzismo 3]

Berlu’ è accusato di 2 reati: sfruttamento della prostituzione e CONCUSSIONE. Quest’ultimo non ha nulla a che vedere con le agitate lenzuola di Arcore. Concussione significa che Berlusconi ha sfruttato la sua “qualità” di Presidente del consiglio per distogliere un funzionario pubblico (quelli che paghiamo noi per svolgere il loro mestiere) dai propri doveri, al fine di assecondare la propria volontà. Avete presente i concorsi pubblici nei quali…

4- Si ma il funzionario della questura ha dichiarato di non essersi sentito minacciato dalla telefonata di berlu’, quindi non può esserci concessore senza concusso. [argomento ghedinista 1]

Sicuri che la concussione c’è solo quando il concusso si sente minacciato?


5- Il reato è di competenza del tribunale dei ministri. [argomento ghedinista 2]

Ma da dove arriva tutta questa sicurezza legale? Il reato contestato è quello di concussione esercitata in QUALITà di presidente, non nelle sue FUNZIONI. A meno che uno non mi spieghi come intervenire per liberare una prostituta clandestina e minorenne rientri nelle funzioni di un premier.

6- Lui l’ha fatto perché è pervaso da carità cristiana e generosità compulsiva. [argomento caritas]

Ok. Vi rileggo la vicenda attraverso quest’ottica: il Presidente del consiglio, venuto a conoscenza da una peripatetica brasiliana, che un’assidua frequentatrice della sua dimora è in questura accusata di furto, colto da uno dei suo “tanti” raptus di generosità che lo contraddistinguono, telefona almeno 2 volte in questura facendo presente all’ufficiale incaricato del caso che la ragazza, ”indicatagli come la nipote di Mubarak” (inciso: ma non era una disagiata violentata dagli zii???),sarebbe meglio se venisse rilasciata. Due ore dopo la ragazza viene rilasciata e consegna a Nicole Minetti che, a sua volta, LA CONSEGNA AD UNA PROSTITUTA E SE NE VA. A quel punto, lo spirito caritatevole di berlu’ si dissolve come nebbia, e dei destini della ragazza non se ne preoccupa più. Si trova, d'altronde, nelle sicure mani di una prostituta. VOGLIAMO METTERCI ANCHE UN SECCHIO IN TESTA???

7- I giudici, invece di occuparsi di cose più importanti e del bene del paese, hanno fatto un uso ingente di risorse pubbliche per intercettare sin da gennaio Berlusconi e centinaia di altre persone. [argomento contribuente]

Falso. Le indagini e le corrispettive intercettazioni sono incominciate dopo il 27 magio 2010 – data della telefonata di berlu’ in questura- . Sono state coordinate da 3 pubblici ministeri, ed hanno impegnato per tutta la durata 10 agenti, i quali hanno intercettato circa 100 persone su di una trentina di utenze. Per le perquisizioni, avvenute contemporaneamente in diversi luoghi, sono stati mobilitati 30 agenti. Sta di fatto che i magistrati non devono agire “nel bene del paese” o per assecondare “la volontà” dei cittadini, ma per perseguire reati o persino prevenirli.

8- Il nostro berlu’ è vittima da 17 anni di persecuzioni giudiziarie, attuate da giudici “commmunisti”. Ecco la verità! [argomento fumus persecutionis]

La frase più emblematica ed esplicativa sul caso, l’ha formulata proprio il nostro Premier - intervenendo telefonicamente (ma va?) in un dibattito televisivo- che più o meno recitava:

o ci sono delle procure politicizzate che stanno da anni cercando di sovvertire il voto popolare attraverso l’azione giudiziaria, o sarei presidente più criminale dell’occidente!

Per rispondere a tale domanda farei ricorso al famigerato “Rasoio di Occam” secondo il quale "tra varie spiegazioni possibili di una cosa è quella più semplice che ha maggiori possibilità di essere vera". Rileggiamo assieme al frate inglese l’assunto del premier: è più probabile che da circa 20’anni decine di procure, guidate da decine di Pm di ogni estrazione, si siano segretamente coalizzate per sovvertire il voto popolare, senza alcun vantaggio chiaro e materiale, se non quello di soddisfare la loro perversione comunista, attaccando l’uomo più protetto del mondo, oppure che il presidente Berlusconi, uno degli uomini più ricchi d’Italia, sia entrato in politica per evitare di essere condannato dagli stessi? Mah!

9- Resta il fatto che Berlusconi è STATO VOTATO DALLA MAGGIORANZA DEI CITTADINI! [argomento plebiscitario]

Ah, già dimenticavo! E’ che non me lo ricordano spesso. Però A- la maggioranza è una maggioranza elettorale relativa: se 13.629.464 hanno votato berlu’ ( e si prevede lo rifacciano), 36.628.070 non lo hanno fatto. Ma è anche il loro presidente, e su di loro ha una forte responsabilità. B- anche Hitler, Milosevic, Hamas, Chavez, (forse) Ahmadinejad hanno avuto la loro consacrazione popolare; in certi casi con risultati che farebbero impallidire il nostro napoleone di cerone; forse – ma questo la storia non ce lo ha saputo dire- i primi della lista sarebbero anche stati rieletti. Questo li ha resi BUONI GOVERNANTI, O PERSINO STRARDINARI STATISTI? Li ha assolti dalle loro colpe? C- in ogni democrazia liberale il rispetto della legge e delle istituzioni è, e deve essere, al di sopra della mutevole volontà popolare; è per tale motivo che esiste una costituzione, la quale è stata resa “semiri-rigida” e difficile da modificare dai suoi straordinari estensori! Se il popolo desiderasse instaurare la pena di morte o il divieto di sciopero o di espressione religiosa?

10- Sarà, ma Il nostro presidente ci ha abbassato le tasse, mica come quelli della sinistra! [argomento homo oeconomicus]

Ah be’, quando le preoccupazioni di uno stato , in tema di diritti, legalità, valori etic,i politici e sociali si riducono a questo, poso spada e scudo e non ho più nulla da dire. Anzi…


LA SEDUTA E TOLTA.

Ps Bertlusconi, che se ne dica, non è liberale, non è di destra ma soprattutto NON è ANTI-COMUNISTA

Gianluca TDC del Rio

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite

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