martedì 17 aprile 2007

canditi mobili e canditi immobili




Nell'analizzare la situazione dei trasporti pubblici italiani l'argomento culturale , quello urbanistico e storico non possono essere trascurati.

Penso inoltre che un approccio comparativo possa aiutare nella nostra analisi.


L'uso dei trasporti, la loro efficenza, la tipologia differisce da stato a stato ed a seconda del contesto.
non so quanti di voi si sono trovati a vivere od anche solo a visitare una città dell'Europa dell'est.
un anno della mia vita l'ho passato a Praga.
una delle cose che mi è rimasta più impressa è stata l'efficenza dei trasporti pubblici, la loro capillarità e la penuria di automobili che giravano per la città
i mezzi più usati sono quelli su rotaia : metropolitane, treni e tram (quasi uno sconosciuto in Italia :-( )
posso dire che per uno che non ha mai posseduto un automobile ( e neanche la sa guidare ) era un paradiso.
bisogna però analizzare il perché .

le città dell'ex blocco sovietico erano tutte molto piccole e costituite da un "ring" centrale compatto e poco intricato (per quanto concerne le arterie principali), che rappresenta non solo il centro della città, ma proprio si può dire la città stessa in termini di dinamismo sociale . quasi nulla esiste va invece nell'anello esterno.
con lo sviluppo poi del comunismo , della sua successiva influenza sugli stati limitrofi ed il paradigma dell'industrializzazione , decine , centinaia di migliaia di individui si sono trasferiti in massa dalle campagne e dai paesi rurali , nei dintorni della città .
così si è venuta a formare una periferia proletaria costituita da territori costellati da enormi casermoni totalmente dipendenti dal centro per ogni esigenza.
con il passaggio al capitalismo , al terziario e soprattutto con l'invasione di capitali stranieri il tutto si è esacerbato : il centro diveniva la zona "residenziale" per i nuovi "finanziatori "stranieri e dei turisti/villeggianti e luogo ideale per spendere ; la periferia un sobborgo dove i lavoratori andavano semplicemente a dormire
questo che riflesso ha avuto sulla rete di trasporti?
il centro della città , essenziale e di piccole dimensioni,rigidamente strutturato(pochi blocchi e poche strade ampie ) con il suo sistema di comunicazioni storico , a sua volta essenziale, poteva essere facilmente integrato e connesso con l'anello esterno costituito da semplici casermoni .

questi paesi fino ad oggi hanno attraversato un lungo periodo di povertà , e tutti i governi( statalisti o di mercato) erano al corrente dell'essenzialità del problema trasporto e l'impossibilità per ogni cittadino di dotarsi di una macchina ( credo, non ne sono sicuro che il mercato automobilistico era ed è indirizzato più verso l'export).
così anche nel passaggio dal Welfare comunista a quello moderno , i trasporti pubblici hanno mantenuto un forte grado di importanza e sono stati sempre soggetti ad una manutenzione persistente, ad un progressivo miglioramento ed una continua serie di offerte e politiche di prezzi bassi.
(per esperienza gli studenti pagavano pochissimo i trasporti urbani anche in termini assoluti. ma non solo loro)
nessuno, specie tra i giovani, ha la necessità di investire in un mezzo inquinante , costoso e sostanzialmente inutile come l'automobile fintanto che esigenze famigliari non lo obbligano a comprarsi una piccola utilitaria ( di solito una Skoda) da usare il meno possibile.



questo nell'est ; in particolare a Praga

supporre però che ciò possa avvenire in una città italiana di medie-ampie dimensioni mi pare poco possibile, visto la diversa urbanistica di queste , per la morfologia del territorio ,per le diverse esigenze imposte dalla nostra economia "più varia", e anche per un fattore chiaramente culturale (di difficile interpretazione ahimè)

p.s. questa , chiaro, è una mia interpretazione degli sviluppi della rete di trasporti nell'est Europa in base alla mia esperienza e ciò che ho visto

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