mercoledì 8 giugno 2011

UN APPELLO AGLI AMICI CHE VOTERANNO AI REFERENDUM


Domenica 12 e lunedì 13 si consumerà l’ultimo atto di un crimine contro il buon senso. Un uomo basso, triviale e ignorante, ma che si crede la personificazione dell’Italia, ha definito i referendum ; l’ometto mi disgusta tanto da impedirmi di far mie le sue parole. Vero è, però, che i 4 quesiti per i quali verremo chiamati a esprimerci, hanno subito una gigantesca strumentalizzazione, finendo per divenire l’ultima arma di una battaglia nella quale non sarebbero mai dovuti entrare, e soprattutto non permettendo a noi cittadini di capire il loro reale significato.

Avrei voluto quindi spendere un po’ del mio tempo per farvi comprendere che il quesito sul nucleare era nato già morto; che se fino a qualche tempo fa la possibilità che i nostri governi dessero vita al progetto nucleare era miserrima, dopo Fukishima questa si era ridotta a zero, e ha subito il colpo di grazia con il recente “decreto omnibus”. Magari vi avrei potuto far presente che dire NO al nucleare (quindi SI al referendum, non confondetevi) non vuole assolutamente dire che trasformeremo il nostro paese nel “paradiso dei mulini a vento”, né in una “Germania con più sole”. Vorrebbe piuttosto significare maggiore gas dei signori Chavez e Putin, e magari di qualche signorotto feudale del Centro Asia, con il corollario della moltiplicazione dei rigassificatori, che tanto fanno storcere il naso ai vari Grillo dei <è tutto molto semplice>. E magari potrebbe voler dire più petrolio da nuovi Raìs d’Arabia e più Biodisel degli “speculatori cattivi”.

Mi era balenata l’idea di spiegarvi che, NO, NESSUNO vuole privatizzare l’acqua “dono di Dio”, che è impossibile, e che si parla solo della GESTIONE DELLE RETI IDRICHE! Che votando No al primo quesito su “l’acqua pubblica” (mistificazione già nel nome, sic) , ovvero sul decreto Ronchi, non impedirete ad un’amministrazione comunale di privatizzare la gestione della rete, ma renderete ancora più opaca, arbitraria e discrezionale la sua volontà di metterla a gara o gestirla da sé, ANCHE LE AMMINISTRAZIONI MENO EFFICIENTI! Che il prezzo delle tariffe non solo DOVREBBE AUMENTARE se vogliamo un servizio efficiente, ma che quando aumenta non è colpa del “meschino profitto”. Che L’importanza del tipo di gestione, pubblica o privata che sia, è secondario , se è vero che in Gran Bretagna il servizio è privatizzato ma funziona meglio che da noi, mentre in Usa è pubblico è funziona sempre meglio che da noi, e che allora forse i problemi veri sono altri.

Ma poi ho riflettuto, ed ho capito che non sarebbe servito. Perché ho la certezza che domenica prossima, un po’ perché spinti dall’onda lunga di recenti elezioni, un po’ perché indignati (tormentone) e, in fondo, perché motivati dalla voglia di fare del bene per tutti, nella cabina voterete compatti e fieri 4 SI, anzi, se ne aveste la possibilità 5, 6, 7 SI, per sicurezza, per “farvi sentire”.

Allora vi faccio quest’appello: non vi fate trascinare dal “vento di Pisapia”, che sa contro chi scagliarsi ma non sa per che cosa ; non improvvisatevi indignados come quei tanti spagnoli incazzati, pronti a scendere in piazza perché non hanno più sogni ma nemmeno idee. Il 15 di giugno, a urne chiuse, con il quorum in tasca, non dimenticatevi dell’acqua che scende dal vostro rubinetto, perché il pericolo è passato. Non pensate che l’energia è tanta, per tutti e per sempre, e se qualcuno v’insinua il dubbio, non tirate fuori teorie strampalate di decrescite felici, consumi controllati o catastrofici film di Al Gore. L’acqua, l’energia sono e saranno ancora di più dei problemi anche dopo questi referendum: carenza di investimenti nel settore idrico, regolamentazione assente o inadatta, perdite del 40% nella rete, tariffe troppo esigue; assenza di un piano energetico nazionale, mancato rispetto degli impegni con Kyoto, totale dipendenza da fonti estere (fossili), centrali nucleari oltralpe…. Ricordiamoci che essere cittadini vuol dire essere partecipi ed informati costantemente e, dove la politica non fa nulla per potenziare ed incentivare il nostro impegno, dobbiamo essere noi a dare luogo ad un empowement , grazie anche alla Rete.

Ricordatevelo fuori dalla cabina.


Gianluca TdC

Ps. Ho volutamente glissato il 4° quesito perché sappiamo tutti il suo reale significato. Anche in questo caso, dopo la decapitazione recente operata dalla Corte Costituzionale, il referendum sul “Legittimo impedimento” ha perso quasi ogni valore. Ma è inutile negare che questo specifico voto sarà un messaggio diretto inviato a Berlusconi, per far capire che a tutti noi - gente di sinistra che l’ha sempre avversato, gente di destra che vede traditi i propri valori, e chi, come me, anche non riconoscendosi in nessuno dei precedenti schieramenti, sente che l’ometto è un affronto a tutti gli ideali dell’autenticoliberalismo- beh, ha rotto il cazzo! Perciò anche il mio sarà un SI rabbioso e deciso.

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