mercoledì 17 marzo 2010

CASANOVA ED I CANDITI NEL PANDORO


Ieri , dopo un’immane sforzo di resistenza, ho terminato la lettura del libro di Laura Amisano e Cristina Origone “Come portarsi a letto una donna in 10 mosse”. Volete che vi spieghi perché un uomo -ed in particolare la mia persona- possa essere stato attirato da un titolo del genere o vogliamo glissare? Perfetto. Allora lasciate che vi argomenti un po’ la mia amarezza rispetto a questo pretenzioso titolo.

Il manuale per giovani Casanova della domenica aveva un valore aggiunto rispetto agli altri numerosi suoi omologhi: era stato stilato da esperti in materia, ovvero due donne. Questo fattore, confesso, ha stuzzicato ancora di più la mia voglia di sfogliarlo. Insomma, è come se un famoso prestigiatore avesse tenuto un seminario su come svelare i suoi trucchi o, meglio ancora, come se un generale nemico vi avesse inviato una missiva su come superare agevolmente le proprie difese. Wow!

Invece nada. Una caduta rovinosa e rumorosa verso il fiasco.

Le autrici in 10 capitoli, uno per ogni regola, ci guidano passo passo ed in modo prudente e graduale verso il raggiungimento della prosaica meta: il piacere tra le lenzuola (se siete fortunati, altrimenti tra il cambio ed il volante). Tutto ciò dopo un’abbondante introduzione nella quale, nell’alto medioevo del 2010, ci viene svelato che: si, le donne di oggi sono molto più libere e libertine, ed anche loro sono alla ricerca del piacere in quanto tale.

Ma la domanda che viene fuori dopo le prime 30/40 pagine è: per chi diavolo è scritto questo libro? Chi è il referente? Perché le due esperte ci dichiarano da subito che l’uomo a cui si riferisco è il tipico “piacione” da spiaggia, icona della commedia all’italiana, con i suoi modi grossolani , il costumino adamitico, l’aplomb ed il savoir faire di un camionista della Valsugana e la sicurezza spocchiosa che contraddistingue i tamarri.

Ora io mi chiedo se secondo voi un personaggio di tale fattura potrebbe mai acquistare questo bon ton del latin lover dato l’arsenale di autostima che possiede. Direi di no; sarebbe uno smacco. Il naturale acquirente smanioso di divorarne le pagine è il timido ed introverso che prima di chiedere la direzione dell’autobus (che naturalmente già sa) ad una donna, le fissa i piedi per 25 minuti, giusto il tempo per vederla scappare in quello stesso autobus. Ma in questo caso il nostro simpatico manualetto si rivela totalmente inutile. Consigli quali: non dirle ‘hai la cellulite!’, non cercare di metterle una mano sotto la gonna appena l’hai conosciuta, non provarci contemporaneamente con l’amica ecc, non fanno proprio al nostro caso. Il fatto è che i consigli concernenti il momento dell’approccio latitano, e costituiscono solo una parte risicata del libro. È, invece, quello l’attimo fuggente, il fiume in piena da attraversare; è li che l’impacciato si trasforma in una statua di sale e si esprime come una macchinetta al casello stradale. Il dopo, quasi sempre, è un gioco che si svolge in due, e che il desiderio sa guidare. I piccoli errori che possono sorgere in questa successiva fase, vengono spesso cancellati dalla semplice curiosità, dalla (probabile) mancata dimestichezza della stessa partner e, di nuovo, dal desiderio.

Un altro terribile errore è quello del contesto e della particolarizzazione. Le autrici ci presentano due scenari particolari nei quali il nostro protagonista si deve muovere: il primo è quello dell’incontro in ambito lavorativo con una collega; nel secondo siamo in vacanza al mare e troviamo la bella sulla spiaggia. La prima, che sembrerebbe la più stuzzicante, in quanto situazione più frequente nella nostra quotidianità, viene scartata quasi subito a favore della seconda. Poi, per completare l’opera, condiscono il tutto ipotizzando che la “preda” sia magari fidanzata o persino sposata. E no! È come se venissero stampati dei manuali per l’autoscuola dove si insegni a guidare ad un’aspirate pilota di corse solo automobili diesel con cambio automatico. Non c’è nessuno spazio per la generalizzazione dei consigli forniti, per l’uso versatile delle “strategie”( chiamiamole così) nei contesti più vari; tutto è confezionato per quella statisticamente improbabile eventualità. Le due cercano poi di correggere il tiro abborracciando qualche altro possibile scenario, che però le loro conversazioni simulate, nelle quali si dilettano a leggere nel pensiero delle potenziali conquiste ( più che altro adattando i pensieri ai consiglia appena impartiti, per dargli una parvenza di efficacia), cancellano all’istante facendo ripetuti accenni a mariti che attendono a casa e ad amiche spione.

Insomma, è triste dirlo, ma se avevate legato le vostre speranze di fare uso a quella che Aldo Busi chiama “la droga dei poveri” siete cascati male. Se volete invece trovare un compendio delle migliori regole da usare col gentil sesso tratte da Sex and the city & Co. potete o comprare questo libro o chiedere ad una vostra amica quindicenne. Ne saprà senz’altro di più.


gianluca

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