lunedì 22 febbraio 2010

prove di democrazia sul palco dell'Ariston


Siete stati di recente oltreconfine? Per necessità avete dovuto passare una settimana all’interno di una grotta in centro Italia? Collaudate bunker antiatomici? Se la vostra risposta è stata “no”, allora sicuramente non sarete riusciti a sfuggire al Festival di San Remo e a sui strascichi polemici che hanno penetrato e colonizzato l’intero sistema informativo ,con le sue ampie maglie.
Qui non mi interessa entrare all’interno di discussioni relative a personaggi, canzoni o testi; non mi compete ne ho voglia di ammorbarvi ulteriormente. Vorrei invece esprimere la mia opinione rispetto al tema (sfiorato oggi da Aldo Grasso, nel suo articolo del Corriere) della” democratizzazione diretta” della Tv. È stato infatti preponderante – e dagli esiti sorprendenti- il televoto dei telespettatori che, con semplici telefonate da casa, hanno spodestato il ruolo delle giurie competenti e degli esperti in materia, stravolgendo con violenta risolutezza le loro decisioni. Si è così presentata, nella sua forma reale, la dittatura del telespettatore ,il quale, dopo aver guidato indirettamente i destini dei programmi e dei palinsesti con la legge pubblicitaria dell’auditel, adesso può finalmente, nell’era del reality, imporre con un semplice squillo la propria discrezione anche sui contenuti televisivi .
La domanda che mi pongo è semplice: è giusto dare al detentore dello scettro-telecomando tutto questo potere? I problemi che si presentano sono due e sono quelli che definirò: della saggezza della folla e del deficit democratico reale , interconnessi per forza di cose l’un l’altro.
Se è vero infatti che la televisione è costruita per dei consumatori (sostanzialmente degli “elettori” nel mondo del mercato) e che appaia più che corretto che siano gli stessi a determinare il prodotto da consumare, è anche opportuno ricordare che le masse che costituiscono questi decisori sono quasi sempre irrazionali, e che molto (troppo) spesso le persone agiscono contro i propri stessi interessi. Basta ricordare esempi tratti dalla politica internazionale e dalla storia. Sono state libere elezioni effettuate da liberi cittadini, quelle che hanno dato espressione a regimi quali quelli di Hitler in Germania, Hamas in Palestina, Putin in Russia. È per tale motivo che nel mondo del mercato(concorrenziale, si intende) i consumatori hanno la libertà di esprimere le proprie preferenze rispetto all’offerta, ma sono i produttori a determinare quest’ultima, in base a indagine accurate della domanda effettuate da esperti. Nulla è lasciato al caso, che poi nel mondo reale coincide con la volubile volontà del singolo.
Il secondo problema è quello, intimamente connesso al primo e suo discendente, della reale capacità degli elettori-consumatori di esprimere autonomamente il proprio desiderio, senza farsi condizionare da forze invisibili esterne. Insomma, è vera democrazia quella del televoto? Pensateci bene: se vivi in un mondo in cui non puoi rifiutarti di assimilare un’informazione perché questa ti “ciccia fuori” da ogni parte e ti ritrovi, tuo malgrado, a partecipare a dibattiti che non ti appartengono, qual è il vero spazio della tua autonomia decisionale? Ciò che esprimi con un voto è veramente “tuo”?
Il mondo della tv somiglia sempre di più ad una sfera di vetro (opaco) dove ciò che realmente succede all’esterno - la realtà- non ha la possibilità di filtrare; quel che , invece, accade dentro è un meccanismo autoreferenziale che si auto produce ed autoalimenta. Tutto quello che viene costruito in quello spazio è fatto per riprodursi all’infinito, senza sosta, e per riempire ogni buco. Anche quelli presenti nei tuoi pensieri.
Cos’è la tv oggi? C’è un reality, condotto da ex partecipanti di reality, che tratta di quello che è avvenuto in un’altro reality. Lo spazio di critica è lasciato a sedicenti opinionisti prezzolati, spinti da pseudo-autori ad alimentare la polemica senza farla uscire dal contesto iniziale. Insomma un reality senza contatti con realtà. Il guaio è che quando accendi la tv e penetri nella sfera (il nostro quotidiano matrix?) inizi a assorbire le sue logiche ed i suoi meccanismi. Non basta più il tasto rosso del telecomando per scegliere di uscire.
Dov’è allora lo spazio della tua volontà?

Lunga vita a Scanu , Filiberto e Amici


gianluca frattini

Nessun commento:

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite
diciamo no a questo