giovedì 17 novembre 2016

La Riforma Boschi e il Tardigrade. Favole Istituzionali




di Gianluca Frattini.

Io sono abbastanza fiero di non categorizzarmi tra i “travagliati” sulla Riforma Costituzionale, quelli per cui “se vince il , dopodomani si piomba nel Cile di Pinochet”. Ma sappiamo che il Paese soffre di una “deriva fascista” ogni 3 giorni circa.
Sono anche uno dei 3-4 che cerca di tirare fuori dall’equazione la variabile Renzi, e quindi le conseguenze di breve e brevissimo periodo, per concentrarmi sugli effetti di medio e lungo determinati dalla Riforma stessa.

Quello che vorrei fare oggi, però, è semplicemente porre una domanda. La rivolgo a tutti i pasdaran del Sì, talmente convinti della loro scelta da fare vero proselitismo. Il loro mantra è: L’Italia ha Bisogno di un Cambiamento. #BastaUnSi .
Domanda:

Qualcuno di voi mi saprebbe spiegare, con semplicità, le relazioni causali che intercorrono tra gli elementi della Costituzione che verranno modificati dalla Riforma Boschi e gli attuali problemi che soffre il nostro Paese?

In sintesi, possiamo individuare tre criticità principali che caratterizzano l’Italia.
  1. la produttività del lavoro, la più bassa in Europa e tra le più basse tra i paesi OCSE;
  2. la tassazione, tremendamente sproporzionata rispetto alla media UE e soprattutto rispetto ai servizi pubblici offerti;
  3. i pochi investimenti pubblici e la loro qualità, in particolare in settori strategici, quali l’istruzione, la sanità e la R&S.

Esistono molti altri problemi, certamente, per esempio quelli culturali (che però non si affrontano a colpi di leggi e riforme), ma risolvere questi tre è la conditio sine qua non per rilanciare il paese (o almeno per farlo stare a galla assieme agli altri della Zattera Europa).

Mi domando e chiedo a voi, amici super-progressisti:
Riusciremo ad aumentare la produttività del lavoro togliendo una Camera e sostituendola con una parodia del Bundesrat simil-tedesco? E’ per questo che i tedeschi son più produttivi? Perchè non hanno le navette parlamentari?
Taglieremo l’Irap grazie alla (raffazzonata, contraddittoria, incoerente, monca) rielaborazione delle competenze regionali (quelle a statuto ordinario!)?
Incrementeremo i fondi all’università per mezzo del taglio di queste ormai mitologiche province (sostituite però dai nuovi “Enti di area vasta”) e alla cancellazione del CNEL? Incassando cifre prodigiose da ciò?

Più nello specifico: è colpa della Costituzione se Renzi, anziché ridurre il cuneo fiscale, ha gettato monetine nel tombino con gli 80 euro?
Colpa della Costituzione la disastrosa Riforma Gelmini?
Colpa, sempre, della Carta, se nessuno ha mai nemmeno provato ad introdurre una nostra versione delle Hartz IV tedesche, o provvedimenti simili, per andare in tackle sulla bassa produttività?

Attenzione, non si tratta dell’esercizio di benaltrismo: non sto sostenendo che ci siano “cose più urgenti del Riformare la Costituzione”. Sto chiedendo, anzi, sperando che voi mi spiegaste come questa Riforma “cambi finalmente questo nostro paese malato, ingessato e conservatore”.
Perché se la logica, schematicamente, si risolve in: “L’Italia ha dei problemi----> Noi si cambia qualcosa muovendo qualche levetta----> l’Italia è diversa, QUINDI, migliore”, mi spiace, ma vuol dire che siete davvero a corto di argomenti.
Il progresso non sta nel cambiamento fine a sè stesso, ma nella selezione di mutamenti che avvantaggiano in un contesto di un ambiente che si è modificato. In una parola: evoluzione.

Pensate al tardigrade, un animaletto microscopico che è capace di viver in ogni condizione ambientale: lui è praticamente uguale a sè stesso da centinaia di milioni di anni, ed è sopravvissuto a veri cataclismi. Per questo ha conquistatio il globo. Ecco, a lui di cambiare non frega praticamente nulla, non gli #BastaUnSi. Magari la nostra Costituzione è un tardigrade. Magari no. Sta a voi spiegarci perché non lo è.


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