domenica 13 novembre 2016

E Più colpa della Sinistra o del Buonismo?



di Gianluca Frattini.


Se anche voi, come il sottoscritto, appartenete a quella ristretta minoranza costituita dal 90% della popolazione non americana che ha creduto che “sì, Trump potrebbe anche vincere, ma non accadrà”, la mattina del 9 Novembre dovete aver provato un misto di sgomento, frustrazione, paura ed eccitazione. Per far fronte a queste ferite morali e cognitive, la portentosa Macchina del Senno del Poi si è messa in moto, e già alle 08.00 di mercoledì mattina ha incominciato a produrre analisi e spiegazioni della vittoria: analisi sui flussi elettorali ancora non pervenuti, linciaggio di Internet, giornali che accusavano i giornali di miopia, rivincite di teorie ottocentesche, ed altro ancora.
La teoria che però più mi ha colpito con violenza al fegato suona più o meno così:

“E' COLPA DELLA SINISTRA. Dietro a Trump c’è il fallimento del buonismo radical-chic e la sua incapacità di sentire il polso della popolazione. Gli elettori vanno ascoltati e non insultati”

Scomponiamo il periodo nelle sue due affermazioni principali, per capire di che tipo di mezze verità stiamo parlando.

Il Canto del Cigno della Sinistra.
Questa è facile.
Certo, nessuno può negare che i Democratici e Obama stesso siano usciti sconfitti dal voto. Curioso, però, non notare che i primi perdenti sono stati i Repubblicani,  soprattutto la componente più liberale. Da Ryan a Schwarzenegger fino a McCaine, l’establishment del GOP non solo si è distanziato da Trump, ma ha persino deciso di fargli campagna contro, fino ad accodarsi al coro di censura dei Democratici ogni qualvolta uno scandalo affiorava. Era guerra aperta con Donald, tanto che lui stesso ha invocato brogli preventivi (eh già, anche Trump faceva parte di quel 90% di noi “idioti” che non credeva nella sua vittoria).
Ma la scalata dei Trump alla testa della Destra  non l’abbiamo ammirata solo in USA. Prima c’è stata la sconfitta dei Remainers Tory in Gran Bretagna, in occasione del referendum Brexit; c’è  il tallonamento dell’AfD alla CDU della Merkel; poi il fiatone dei Popolari in Francia e Spagna, che non staranno con le pezze come i Socialisti, ma non godono di un colorito salubre.
No, non sta “perdendo la Sinistra”, sta perdendo il Centrismo Liberale, di Sinistra e Destra, ma ammetterlo condurrebbe a ripensare tutte le politiche adottate negli ultimi 30 anni. Lo vediamo ora.



Io ti ascolto e prendo appunti, ma poi?
La seconda parte dello spiegone citato può  assumere forme estreme, come in questo post cretino ed auto-assolutorio di Robby Soave, per cui a far vincere Trump sono state le Laura Boldrini dei campus universitari americani, con le loro censure verbali e i loro divieti discriminatori fatti per proteggere il “politicamente corretto”. Peccato che gran parte degli elettori trumpers quei campus non li frequenta, e che i Trump vincono anche in Paesi del mondo dove non regna la political correctness ed il puritanesimo americano.
Ma la teoria ha versioni più moderate e ben argomentate, come quella dell’ottimo Haidt.
In breve: i valori contano e i confini e le comunità che li contengono anche. Molti sentono che questi valori stanno velocemente (troppo velocemente) evaporando per via di cambiamenti sociali che la Politica non riesce a guidare, soprattutto quelli dovuti all'immigrazione musulmana nei paesi occidentali. Se non vogliamo alimentare il risentimento popolare, e i movimenti-vampiro che di esso si nutrono, dovremmo smetterla di fare muso duro contro gli elettori delle ali estreme, perché non sono tutti xenofobi-omofobi-razzisti-trogloditi, ma membri della società che vanno compresi e con cui va intavolato un dialogo.
Bene. Sono in parte d’accordo. E posso trovare io stesso esempi in cui noi Globalists manchiamo di ponti comunicativi con i Nationalists:
  • se un elettore ritiene che la sua magra situazione economica è dovuta ad UE ed Euro, non gli puoi contrapporre il “fascino dell’esperienza Erasmus” e “i vantaggi del Roaming Internazionale”;
  • a chi non può pagarsi l’abbonamento treno tra Brescia e Milano per andare a lavoro, non frega nulla dei voli low cost per Phuket;
  • non puoi accendere e spegnere il suffragio universale ogni qualvolta questo non produce i risultati da te attesi (un saluto ai girotondini americani e Michael Moore Moretti);
  • se tu passi le giornate a “spiegare” le cose a qualcuno, stai implicitamente assumendo che lui non capisca: un certificato di superiorità antropologica.
Abbiamo certamente problemi comunicativi da risolvere. Ma, superati i problemi del veicolo, delle strategie e dei toni, restano quelli dei contenuti.
E lì dobbiamo chiarirci, perché stiamo parlando di contrattare i nostri Valori con i loro Valori, e capire fino a dove vogliamo spingere la negoziazione e quali rinunce accettare. Dall'altra parte abbiamo scontenti della libertà di movimento di merci, capitali e, soprattutto, persone. Ci chiedono anche di rinunciare ad alcuni diritti acquisiti – matrimonio gay, aborto, in alcuni casi il laicismo-. E allora vi si accendono solo tre opzioni a disposizione:
  1. accettare tutte le loro richieste, divenendo dei Trump più educati e con  la pipa;
  2. mentire, come un Renzi qualsiasi, incendiario rottamatore prima delle elezioni e pompiere democristiano durante la legislatura
  3. trovare soluzioni alternative che assecondino i cambiamenti ma li rendano più morbidi. 
Conto nella vostra creatività e nella foresta di think tank che coprono il Mondo per  sperare nella terza opzione.  You are very very good thinkers.


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