martedì 1 marzo 2016

UTERI IN AFFITTO, DISUGUAGLIANZE E PERNACCHIE




Vogliamo parlare lucidamente delle implicazioni della GDA, la pratica del cosiddetto "utero in affitto", al netto di Vendola, personaggio ormai da carro allegorico di cui ci frega nulla?

Bene, se siete tra coloro che la vogliono vietata, sostanzialmente, vi sta bene lo status quo, cioe' le cose come stanno. Purtroppo, mi duole dirvi che il divieto non rendera' la pratica impossibile. Oggi, come domani, le famiglie omo o etero ricche (RICCHE) potranno permettersi di scegliere uno tra i tanti paesi nel mondo che consentono la maternita' surrogata, pagare, e tornare in italia col proprio figlio. Per cui, lasciando le cose come stanno, avremmo solo formalmente impedito la "surrogata", pulendoci la coscienza ma lasciando che questa sia praticata all'infuori del controllo della nostra giurisdizione, e saremmo anche andati ad aggravare quel problema di DISUGUAGLIANZA DI REDDITO, e quindi di possibilita', del quale ci lamentiamo in altri contesti: ricchi sterili in grado di affrontare i costi e poveri sterili che non potranno mai permetterselo.

Volete allora agire impedendo la trascrizione in Italia della nascita avvenuta allestero con la GDA? Devo informarvi che la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha gia' stabilito che tale divieto si configura come una violazione dei diritti del genitore, e i tribunali di Varese e Milano, tra il 2014 e il 2015, hanno gia' sentenziato recependo quanto stabilito dala CEDU.
Ma, anche fregandocene degli aspetti legali, ci sarebbe da considerare il destino di un bambino, gia' venuto al mondo, che sarebbe costretto a non vivere con chi lo desidera (i genitori richiedenti) ma con chi non lo vuole (la madre surrogata). Inezie.

A questo punto, pensate allora che l'unica strada percorribile sia vietarla a livello internazionale. OK: vi presentate all'ONU con la vostra bella proposta di Moratoria Internazionale e vi mettete contro una decina di paesi in cui e' permessa o tollerata, dagli USA al Canada, passando per Australia, Venezuela, Russia (eh, gia', Russia)... Vi consiglio di portare con voi uno scudo in plexiglass con cui schermarvi da sputi e pernacchie.

Ma allora, Gianluca, tu non faresti niente? Si, certamente.

Un'ipotesi e' quella Britannica, che prevede il "divieto di interscambio di denaro al di fuori delle ragionevoli spese del processo".

Ma ritengo questa norma troppo restrittiva. Io sarei per una depenalizzazione totale della pratica, a cui aggiungerei un limite minimo di reddito per le madri surrogate, in modo da evitare fenomeni di sfruttamento dell'indigenza (che tramuterebbe  una libera scelta sull'uso del proprio corpo in una costrizione economica), ed anche un sostegno monetario e una consulenza gratuita per i genitori richiedenti, cosi' da rendere accessibile la pratica anche a i non abbienti.
Questo impedirebbe ad alcuni, in caso di carenza di offerta di uteri, di andare all'estero per affittare quelli di donne bisognose? No.
Pero', almeno, avremmo creato un canale legale, sicuro, controllato e accessibile anche ai meno facoltosi ad ,una pratica accettata di comune accordo da adulti consenzienti e riconosciuta da decenni in una buona porzione del mondo.

Si accettano pero' altre soluzioni.


POSTILLA

Ma rimaniamo all'interno della situazione normativa attuale ed ipotiziamo uno scenario tutt'altro che surreale:
Abbiamo, da una parte, una donna indiana con due figli a carico, che vive con meno di 3$ al giorno ed e' disposta a prestare il suo utero a pagamento; dall'altra una coppia tedesca etero, disposta a pagare 80.000 euro.
L'accordo si fa e il procedimento va a compimento. Come risultato avremo: due genitori felici in Germania e una donna indiana che con il denaro guadagnato potra' acquistare una casa per lei e i due figli e avviare una piccola attivita' imprenditoriale con la quale sfamarli.
DOMANDA:
Dov'e' il problema in tutto cio'?

Se c'e', potete spiegare quale e' la differenza tra questo esempio e una gravidanza eterologa?

Gianluca Frattini

Altre info qui

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se ti riferisci alla sentenza Oliari non hai letto abbastanza bene.Con la tua soluzione anche i poveri potranno affittare un utero...ma devi proporre pure l'equo canone o le graduatorie per l'utero popolare ( sperando che non lo occupino gli abusivi).Al punto sei arrivato: e' uguale all'eterologa.Dai diritti del minore al diritto ad avere il minore.A te sembra normale condividere un figlio con un partner che, nella migliore delle ipotesi, ha partecipato al concepimento con un assegno?Chiedi ai tuoi genitori cosa vuol dire essere padre o madre.Se tua madre ti avesse condiviso con un nuovo partner cancellando la genitorialità di tuo padre?

Nichilista ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Nichilista ha detto...

No, le sentenze a cui mi riferisco sono queste
http://www.penalecontemporaneo.it/area/3-/24-/-/3546-maternit___surrogata_all___estero_e_responsabilit___penale__il_dibattito_prosegue_con_una_sentenza_del_tribunale_di_varese_che_si_adegua_ai_principi_espressi_dalla_corte_edu_e_assolve_gli_imputati/

e soprattutto questa
http://www.dirittoegiustizia.it/news/17/0000071778/Il_bambino_nato_da_maternita_surrogata_all_estero_e_figlio_dei_genitori_committenti_italiani.html

Quanto lla genitorialita' la considero un diritto, e non ritengo un padere o una madre adottivi di serie B rispetto a quelli biologici.

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite

diciamo no all'invasivo candito nelle nostre vite
diciamo no a questo