lunedì 25 luglio 2016

È UN MONDO DIFFICILE


Ci è stato detto, almeno dall’inizio degli anni ’80, che contavano solo tre cose: L’INDIVIDUO, LA LIBERTà, IL BENESSERE ECONOMICO. Il resto si tratta di sovrastruttura, fuffa, retaggio di epoche dove la ragione latitava, frutti marci dell’ideologia…
Soprattutto, ci è stato promesso di più di ognuno dei tre: più cura dell’individuo, più libertà, più benessere.
Oggi scopriamo altro:
-NO, NON CONTA SOLO L’INDIVIDUO. Conta tutto ciò che permette di costruire un’identità: non solo cosa fa e pensa un individuo, ma anche il contesto in cui è immerso e i legami che ha con gli altri. Parliamo di partito, parrocchie, etnie, confini, lingue, ideologie, RELIGIONE (ci torneremo). Potete dire che per VOI queste cose non contano (anche se penso che piuttosto non ve ne accorgiate), ma per la gran parte dei vostri simili l’appartenenza ai gruppi, qualsiasi, è un elemento fondante la propria identità.
-La LIBERTà (io preferisco definirla “Potere”) E’ UN CONCETTO VAGO. Quando viene declinata come semplice “rimozione dei vincoli” all’agire diviene monca, perché non tiene conto delle “capacitazioni”, cioè di tutti quegli elementi che permetto effettivamente e materialmente di usufruire delle Libertà.
Un esempio è la libera circolazione delle persone. Possiamo anche cancellare le frontiere ed eliminare qualsiasi limite agli spostamenti, dovremmo però tenere conto che: per emigrare occorrono conoscenze (costose), un piccolo capitale per spostarsi e insediarsi (costoso) e combattere l’ostilità degli autoctoni. I vincoli al movimento non sono solo costituiti da norme e confini, cancellabili con la gomma da un foglio. Ed è solo un esempio.
-QUALE BENESSERE? E’ piuttosto certo che un disoccupato europeo di oggi stia meglio della maggior parte dei nostri nonni occupati; probabilmente certi stanno meglio di alcuni nostri padri. E’ poi cosa edificante che tantissimi cinesi e indiani stiano straordinariamente meglio oggi di solo 10 anni fa. Vi è però da registrare che, nel primo mondo, il benessere assoluto – il reddito reale - stagna da decenni , che la crescita si distribuisce in modo sempre più disuguale (sia tra strati sociali che geograficamente), e che il mondo si sorregge sempre più sul debito privato e sulle banche centrali. La produttività, inoltre, la benzina della Crescita, sembra vivere una “stagnazione secolare” . Insomma, creiamo sempre meno richezza e, quando lo facciamo, ciò avviene in maniera poco sostenibile e concentrata.
Quindi: non solo ci sono cose che vanno oltre, e sono altrettanto importanti, di quel che ci è stato detto “conta(re) unicamente e veramente”, ma di questo essenziale ci è stato dato anche molto meno di quanto promesso.
Questo spiega gli attentati, la xenofobia, il separatismo, la violenza di questi ultimi anni? Forse non completamente, ma io partirei da qui per una riflessione.
Oppure possiamo continuare a dirci che la casta è corrotta e che gli elettori sono idioti.
Io sto tutto il giorno su facebook, quindi propendo per la seconda.

Gianluca Frattini

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