lunedì 20 maggio 2013

TWEET TRIBU'



Nell'epoca del "post-ideologico" i socialnetwork e i blog amplificano e accelerano la tendenza della società a "tribalizzarsi".


La dinamica è simile, e indipendente dal tipo di tribù: una piattaforma di discussione propone un argomento dalla forte carica ideologica (non importa quale), che attrae gente di vario tipo (il Verbo/la Missione). 
Pian piano un'opera di forte selezione allontana gli individui più dissimili e meno "fedeli" o votati alla "missione";
si identifica un leader carismatico (il Capo Tribù) sul quale viene investito un crescente capitale di fiducia, tanto che alla fine si tende a considerare qualsiasi sua affermazione un argomento ex cathedra (la Dottrina);
si iniziano a identificare dei veri e propri nemici esterni, che attentano all'integrità del gruppo, nemici persino da abbattere;
 a questo punto  comincia a svilupparsi e poi diffondersi un linguaggio comune, un codice, quasi rituale,  -
generalmente adottando dei neologismi coniati dal Leader- fatto di slogan, sberleffi, etichette, formule condivise da ripetere nei momenti opportuni, quando si vuole "attaccare" o si è "sotto attacco" (il Mantra). 

Arriva il momento vero e proprio in cui la comunità si tramuta in tribù: l'argomento attorno al quale il gruppo originariamente si era formato perde di importanza, diventa marginale (se non nelle formule di rito ripetute come mantra), e il tutto diviene una QUESTIONE IDENTITARIA e di RELAZIONI FAMIGLIARI:
attaccare un argomento della tribù, non vuol dire solo insinuare un dubbio sull'idea in sè, ma rappresenta un colpo sferrato contro 'identità della collettività e i "parenti".
Le offese vanno vendicate.

Tutto ciò potrebbe non essere un problema, visto che meccanismi del genere avvengono nella vita reale quotidianamente, se non fosse che questi gruppi nel contesto reale trovano dei meccanismi che ne attenuano la forza - per esempio le tribù con l'aumentare della dimensione tendono ad indebolirsi- mentre  nella realtà no, tali meccanismi sono deboli o assenti
.
Il vero problema è che il tempo passato sui social cresce esponenzialmente, e l'impatto che questi gruppi "virtuali" hanno cresce di pari passo, travasando nella realtà off-line.

Gianluca Frattini

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