mercoledì 23 maggio 2012

SI, PERò CE STAVA IL RIGORE.


Allora, possiamo dirlo: l’esperimento Euro è stato un autentico fallimento. Certo, nessuno può dire cosa sarebbe accaduto se non avessimo creato la moneta unica: magari la combinazione di aumento del prezzo del petrolio (nessuno può dire cosa sarebbe successo a livello internazionale), svalutazioni e crescenti interessi sul debito, avrebbero condotto nel giro di qualche anno a crisi economica e inflazione. Ma nessuno, appunto, lo può dire con certezza. Quello che si può affermare con una certa sicurezza e che tutti i Paesi che hanno ideato la moneta unica, o che vi hanno in seguito aderito, lo hanno fatto spontaneamente* e, soprattutto, lo hanno fatto per il proprio tornaconto (proprio della nazione) economico e politico. Proprio tutti: la Germania come la Grecia, l’Italia come la Finlandia, la Spagna come il Belgio. Certo non lo hanno fatto per creare una “più forte e coesa realtà, che andasse oltre ai gretti confini nazionali e che potesse competere con i giganti americani ed asiatici, e per indirizzarsi verso la realizzazione degli stati Uniti d’Europa”. Cazzate. Certo non si trova la verità nelle parole degli intellettuali dell’epoca, che devono dare interpretazioni epocali e “olistiche” di ogni fenomeno; né in quelle dei politici, che devono rielaborare verbalmente le proprie azioni al fine di CATTURARE IL CONSENSO elettorale . Però questa è la verità: OGNI PAESE è ENTRATO NELL’EURO PER MASSIMIZZARE IL PROPRIO TORNACONTO.  Il problema è che ognuno l’ha fatto perseguendo la propria strategia (tutt’altro che chiara e stabile, aggiungo). La conseguenza è stata che da questa Europa, dopo 10 anni, si sono avuti pochi mediocri vincitori e tanti straordinari perdenti. Ora, però, mi pare ridicolo voler attribuire tutte le colpe ai “paesi Nordici”, solo perché la loro strategia è stata quella più vincente, mentre quella dei “Paesi terroni”, basata su “prendi il prestito e spendi”, è stata fallimentare. Anche perché, pare sempre che ci si scordi che quei cattivi nordici, nel momento di baldoria collettiva, a metà decennio, i loro sacrifici (VOLONTARI, DEMOCRATICI E CONCERTATI) li hanno fatti. Anche perché, pare sempre che ci si scordi che attualmente sono i tedeschi a finanziare le nostre perdite. Tale facile attribuzione di colpe all’Europa e ad alcuni suoi membri , ritenuti “assenti”( o persino “criminali”), mi ha ricordato molto l’emergenza immigrazione che abbiamo vissuto l’anno scorso: per un decennio i Paesi core dell’Europa si sono assorbiti decine di migliaia di immigrati provenienti dall’est Europa e dai Balcani, mentre noi fischiettavamo facendo finta di non vedere; poi abbiamo contribuito affinché non si creasse una politica comunitaria di gestione delle emergenze immigratorie; infine, quando un’ondata di barconi, durante la primavera araba, ha raggiunto le nostre coste, tutti a maledire “l’assenza di Europa” e i “paesi menefreghisti che non condividono l’emergenza”. SE ora tutti a lamentarsi dell’arbitro e della scorrettezza degli avversari: si però ce stava il rigore. *A proposito di “imposizione dell’euro in forme non democratiche”, argomento di cui tanti in questo periodo si riempiono la bocca: qualcuno mi sa indicare un’istituzione sovranazionale a cui è stata data vita attraverso un vero processo democratico, con un’attiva partecipazione di tutti i cittadini? La NATO? L’ONU? L’UNICEF? Il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja?

Gianluca Frattini

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