mercoledì 23 maggio 2012

VAI AVANTI TE CHE A ME VIE' DA RIDE'.



Ma lasciamo stare tutto. Diciamo che la soluzione, in definitiva, è questa: aumentare i salari dei dipendenti privati, ma a parità di pressione fiscale e spesa pubblica. Anzi, sarebbe meglio aggiungerci anche una bella patrimoniale nei confronti dei “ricchi” (qualsiasi cosa voglia si voglia indicare con  questo termine ) e anche aumentare la spesa, e in maniera consistente,  per dar vita al moltiplicatore. Inoltre, siccome non ci è consentito bloccare i capitali nello spazio  UE, chiediamo anche agli imprenditori tedeschi, finlandesi, olandesi, di aumentare gli stipendi, e in misura doppia della nostra, altrimenti si creano altri squilibri (naturalmente ciò non avrà alcun effetto negativo sulle aziende di tali paesi che puntano sull'export, sull'occupazione e, soprattutto, sui consumatori dei paesi importatori). In aggiunta, dovremmo chiedere ai contribuenti dei paesi sopra citati, che nel frattempo grazie all'intervento precedente son divenuti tutti ricchissimi, di sobbarcarsi il finanziamento di EuroBond, ProjectBond, JamesBond...
 Poi, siccome i nostri dipendenti pubblici percepiscono salari inferiori alla media UE, aumentiamo anche quelli, indipendentemente dalle performance. Lasciamo stare il fatto che anche i servizi offerti siano inferiori alla media, che i nostri studenti  abbiamo rendimenti mediocri (non servono nemmeno i test PISA), che i servizi postali siano pessimi, che i trasporti urbani non siano paragonabili nemmeno a quelli dell’est europeo, che il sistema idrico nazionale sia finanziariamente in rosso e perda il più del 40% della portata… Tanto tutto ciò si risolverà automaticamente aumentando gli stipendi… oltre ovviamente ad investire di più nelle infrastrutture, sia chiaro.  Un modello a cui possiamo fare riferimento, per spiegare come funzionerebbe questo miracolo, è il sud Italia, destinatario, negli ultimi 50anni di ingenti e continui flussi di denaro pubblico; e senza dimenticare la sua prodigiosa storia di politica industriale nazionale, con i famigerati “poli industriali”! Visto che non possiamo bloccare i capitali verso e da l’Europa, poi, alziamo anche qualche barriera protezionistica – qualche dazio diciamo- nei confronti della Cina. Si, magari all’inizio questo avrà gravi ripercussioni su qualche milione di cinesi, ma poi vedi che appena avranno capito anche loro che il futuro è nel mercato interno e nell’”Autarchia”, si sentiranno sollevati (lasciamo stare il debito pubblico locale e la bolla immobiliare). Si, forse i nostri consumatori finiranno per pagare di più i prodotti nostrani, ma vuoi mettere il valore di piatti e forchette made in Italy e del nostro “formaggio”?E se tutto ciò non funziona, in fondo, come extrema ratio, si può uscire dall’Euro, bloccare i capitali (tanto quelli esteri saranno fuggiti tutti) e finalmente svalutare, come ha funzionato magnificamente nel ’92 e in Argentina (che le affidabili statistiche di stato dicono essere un paese a bassa inflazione e ridente).Ora basta solo che uno di voi, magari accompagnato da Stiglitz, che è autorevole visto che ha vinto un Nobel, (non come Vernon Smith o Pisarides o Sargent), vada a bussare porta a porta degli imprenditori del nostro paese e di quelli del resto d’Europa e gli presenti questa soluzione. Good Luck! Ps si, si, si, l’austerity nemmeno è la soluzione. Lo so. E’, purtroppo, la naturale e imprescindibile conseguenza di trent’anni di politica a base di sprechi.Gianluca Frattini

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