domenica 20 novembre 2011

OPINIONI DI UNA TESTA DI CAZZO: IL COMUNISMO SALVERà IL MONDO.


Secondo i fautori del sistema economico a pianificazione centrale - per gli amici: comunismo- , se l’insieme di tutti i mezzi di produzione venisse espropriato e, eliminando la proprietà privata, venisse dato in mano allo stato centrale, la divisione dell’umanità in classi sociali svanirebbe (e questo già non corrisponde a verità), con conseguente cessazione di ogni conflitto e lotta, vista l’uniformazione di ambizioni e volontà, dando vita ad un mondo di UGUALI.

Ciò è palesemente falso. La gente tende ad ignorare le forme in cui le peggiori passioni umane si possono presentare: invidia, gelosia, ira. Con un’ottica tipicamente marxista, frutto di un esasperato “materialismo storico”, si crede che ogni “male” sia originato dalla proprietà privata. Ma anche in un sistema di uguali come quello sopra configurato, i motivi di scontro possono presentarsi e persino moltiplicarsi, data la carenza della valvola di sfogo data dal possesso di beni e ricchezza, e data l’impossibilità di utilizzare quest’ultima come elemento di distinzione.
Passando poi dal piano psicologico a quello politico e sociologico, è ovvio ricordare che le società umane, da sempre, si sono parcellizzate in gruppi, caste, associazioni, che non si basavano su caratterizzazioni economiche, ma culturali, religiose, linguistiche, e la cui forza spesso viene trascurata dai marxisti. A tali divisioni l’annullamento della proprietà privata non pone rimedio.
Per fare degli esempi concreti: io potrei essere un individuo meschino ed egoista, che ritiene ingiustificata la scelta dello stato di spendere parte del prodotto collettivo per sostenere le famiglie numerose; oppure, da buon razzista potrei non capire perché i “negri” debbano condividere con me gli stessi spazi pubblici, già affollati; perché utilizzare, poi, tanto lavoro per l’edificazione di luoghi di culto per quei babbei dei religiosi?...

È falsa poi l’idea che con il comunismo scomparirebbero le classi sociali. Si ridurrebbero a solo due: i burocrati che possiedono tutto e dispongono (quasi) arbitrariamente di ogni cosa, e il resto della popolazione che non possiede nulla. Un bel mismatch, no?

Inutile poi rilevare che la degenerazione del potere non è dovuta alla sua origine, ma è insita nella sua stessa natura, e ha la tendenza ad accrescere con l’aumento della sua concentrazione. Lungi dal diminuire, i pericoli connessi al potere, nel sistema comunista centralizzato, aumenterebbero di 10, 100, 1000. Tutti i mali legati alla mala gestione pubblica,che ben conosciamo, finirebbero per diventare incontrollabili.

Infine, toccando una corda molto sensibile per i comunisti post ’89, si può affermare che il comunismo e l’ambientalismo sono inconciliabili (ma anche l’estensione a dismisura del concetto di “bene comune” a ciò che bene comune non è, conduce ad effetti negativi paragonabili).
Pensate davvero un sistema che ha per conseguenza la scomparsa del meccanismo informativo dei PREZZI possa andare d’accordo con la giustificata preoccupazione per la scarsezza delle risorse? Qual è, infatti, al giorno d’oggi, l’ostacolo all’estrazione esasperata e all’uso più intensivo di combustibili fossili? Qual è il fattore guida negli investimenti verso tecnologie Green, e cosa dissuade maggiormente i cittadini dallo sfruttare tecnologie e mezzi “voraci” dal punto di vista ambientale, o dall'assumere comportamenti poco assennati? Che cosa avverrebbe se l’unico meccanismo informativo di trasmissione della “scarsezza” – il prezzo- fosse bandito?
Bene. Non credo che serva neppure essere dei difensori della libertà assoluta come valore in quanto tale, o tantomeno dei lettori di Von Hayek o Mises, per rendersi conto che il comunismo, in tutte le sue molteplici varianti, è una colossale stronzata

Gianluca TdC

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