venerdì 23 dicembre 2016

Italiani All'Estero: Non Solo Eroi e Criminali.

Italiani in Fuga


di Gianluca Frattini.

Da ex italiano all'estero non posso fare a meno di trovare la retorica attorno ai nostri espatriati patetica e disinformata. Capisco l'orgoglio di un genitore che vuole pensare al proprio figlio a Londra come a un "cervello in fuga", magari sostenuto da un'aneddotica alimentata dalla stampa, costituita da startuppari di successo , giovani Hawking e altri selezionati esempi esaltanti; capisco anche che, per chi è costretto prigioniero di questo paese, è confortante credere che ogni italiano all'estero sia solo un cameriere con troppo orgoglio per portare piatti in Italia.
Ma la fauna degli Italiani in fuga è molto più variegata di quel che vogliate credere, con storie di successo e altrettante di fallimenti, o semplicemente di normale vita da immigrato. Nessuna di queste, probabilmente, può essere presa come rappresentativa di un fenomeno che riguarda centinaia di migliaia di individui ogni anno (e non solo gli italiani).
Probabilmente, tanta di questa disinformazione è da attribuire a quell'individualismo furbetto e malato caratteristico di noi italiani che è alla base, paradossalmente, sia di un distorto patriottismo che di una malsana esterofilia.
Ad ogni modo, l'unica via per trattenere giovani e attirarne altri è tornare a Crescere. Piccoli interventi sul mercato del lavoro di natura cosmetica o emergenziale non serviranno. E nemmeno ripristinare i "bei vecchi anni passati", qualunque siano stati, perché il nostro non è più Quel mondo, e ragiona su logiche differenti, e su TEMPI e VELOCITÀ differenti.

lunedì 5 dicembre 2016

NO, non vi #BastaUnSi. E' Politica non HERBALIFE


Basta Un Sì

di Gianluca Frattini


Ora che un’altra sanguinosa ma non seria battaglia si è conclusa sul campo dell’ennesimo referendum, possiamo fare una velocissima considerazione, ma non sui contenuti (a chi son mai interessati?),  e nemmeno sulle conseguenze politiche, ma sulla comunicazione, quella del PD:
Fa schifo.

  1.  Immagine del profilo. Lungi dall'essere un sistema efficace di propaganda, il suo uso non fa altro che amplificare la già diffusa antipatia. Mutuare una tecnica che generalmente viene utilizzata per campagne di sensibilizzazioni sociali (discriminazioni, violenze, povertà, guerre) per usi politici non fa certo gravitare molte simpatie. Vi lascia poi identificare come militanti di partito o aspiranti tali.
  2. #BastaUnSi . Davvero? L’architettura istituzionale è uno degli argomenti più complessi e complicati della scienza politica. Gli stessi estensori delle riforme istituzionali non hanno piena conoscenza di quelle che possono essere le conseguenze di lungo periodo dei cambiamenti nelle istituzioni. Esiste, solo in ambito econometrico, una letteratura sterminata sul tema, e le conclusioni sono tutt'altro che univoche. Ma a voi è bastato dire che per risolvere i problemi dell’Italia – guardandovi bene dallo specificare quali fossero – bastava votare sì a 5-6 modifiche costituzionali. Ragazzi, è vero che gli elettori sono spesso ignoranti, magari per scelta, pigri, e facilmente suggestionabili, ma le iper-semplificazioni, su certi temi, non pagano. Irritano
  3. Terrorismo. Avete fatto terrorismo con la Brexit: non ha funzionato; avete fatto terrorismo con Trump: non avete vinto; Avete fatto terrorismo con Tzipras: nada; adesso il terrorismo è costituzionale.Quando lo capirete che il terrorismo può funzionare solo su temi che sono spiccatamente emotivi: “l’invasore straniero”, il “banchiere massone che vi ruba la roba”, “il sesso”? Voi volete spaventare il popolo con lo spread? Davvero?
  4. Se volete rubare i toni e persino i contenuti (ancora la kasta, maledetti Rizzo e Stella?!) del Movimento 5 Stelle, sappiate che l'originale lo fa molto meglio e lo fa da anni. Oltretutto, nonostante ciò, alle urne non sfonda.
  5. Non solo non siete Obama, ma in generale uno come Obama non può entusiasmare un elettorato di Tipo europeo. Piantatela di scimmiottarne lo stile. Più che il primo presidente nero d'america finite per essere una parodia di Veltroni.

In conclusione: se aveste dedicato 1/10 dello sforzo e de tempo che avete destinato a una comunicazione che sarebbe sembrata patetica ed imbarazzate anche ad un meeting motivazionale di Herbalife - "Possiamo Cambiare...insieme possiamo farcela...cambiamola assieme questa italia...credete in voi stessi...E' la volta buona..." - per SPIEGARE COSA volevate #cambiare di questa italia, COME, in quali aspetti, con quali fondi, o almeno creare uno storytelling che connettesse in maniera lineare la riforma ai veri problemi percepiti dalla gente (non parlate alla pancia se non arrivate nemmeno alle ginocchia), forse, dico forse, qualcosa avreste concluso.
Lasciare intuire che da domani, il 10-15 minuti il parlamento potrà tagliare sanità ed istruzione (le "Riforme") non pare strategia vincente.

Ma ora è il momento di trovare un conforto costruttivo titillandosi i capezzoli e raccontandosi che "gli italiani non sono pronti...non sono informati ed intelligenti come noi...il suffragio è overrated..."

giovedì 17 novembre 2016

La Riforma Boschi e il Tardigrade. Favole Istituzionali




di Gianluca Frattini.

Io sono abbastanza fiero di non categorizzarmi tra i “travagliati” sulla Riforma Costituzionale, quelli per cui “se vince il , dopodomani si piomba nel Cile di Pinochet”. Ma sappiamo che il Paese soffre di una “deriva fascista” ogni 3 giorni circa.
Sono anche uno dei 3-4 che cerca di tirare fuori dall’equazione la variabile Renzi, e quindi le conseguenze di breve e brevissimo periodo, per concentrarmi sugli effetti di medio e lungo determinati dalla Riforma stessa.

Quello che vorrei fare oggi, però, è semplicemente porre una domanda. La rivolgo a tutti i pasdaran del Sì, talmente convinti della loro scelta da fare vero proselitismo. Il loro mantra è: L’Italia ha Bisogno di un Cambiamento. #BastaUnSi .
Domanda:

Qualcuno di voi mi saprebbe spiegare, con semplicità, le relazioni causali che intercorrono tra gli elementi della Costituzione che verranno modificati dalla Riforma Boschi e gli attuali problemi che soffre il nostro Paese?

In sintesi, possiamo individuare tre criticità principali che caratterizzano l’Italia.
  1. la produttività del lavoro, la più bassa in Europa e tra le più basse tra i paesi OCSE;
  2. la tassazione, tremendamente sproporzionata rispetto alla media UE e soprattutto rispetto ai servizi pubblici offerti;
  3. i pochi investimenti pubblici e la loro qualità, in particolare in settori strategici, quali l’istruzione, la sanità e la R&S.

Esistono molti altri problemi, certamente, per esempio quelli culturali (che però non si affrontano a colpi di leggi e riforme), ma risolvere questi tre è la conditio sine qua non per rilanciare il paese (o almeno per farlo stare a galla assieme agli altri della Zattera Europa).

Mi domando e chiedo a voi, amici super-progressisti:
Riusciremo ad aumentare la produttività del lavoro togliendo una Camera e sostituendola con una parodia del Bundesrat simil-tedesco? E’ per questo che i tedeschi son più produttivi? Perchè non hanno le navette parlamentari?
Taglieremo l’Irap grazie alla (raffazzonata, contraddittoria, incoerente, monca) rielaborazione delle competenze regionali (quelle a statuto ordinario!)?
Incrementeremo i fondi all’università per mezzo del taglio di queste ormai mitologiche province (sostituite però dai nuovi “Enti di area vasta”) e alla cancellazione del CNEL? Incassando cifre prodigiose da ciò?

Più nello specifico: è colpa della Costituzione se Renzi, anziché ridurre il cuneo fiscale, ha gettato monetine nel tombino con gli 80 euro?
Colpa della Costituzione la disastrosa Riforma Gelmini?
Colpa, sempre, della Carta, se nessuno ha mai nemmeno provato ad introdurre una nostra versione delle Hartz IV tedesche, o provvedimenti simili, per andare in tackle sulla bassa produttività?

Attenzione, non si tratta dell’esercizio di benaltrismo: non sto sostenendo che ci siano “cose più urgenti del Riformare la Costituzione”. Sto chiedendo, anzi, sperando che voi mi spiegaste come questa Riforma “cambi finalmente questo nostro paese malato, ingessato e conservatore”.
Perché se la logica, schematicamente, si risolve in: “L’Italia ha dei problemi----> Noi si cambia qualcosa muovendo qualche levetta----> l’Italia è diversa, QUINDI, migliore”, mi spiace, ma vuol dire che siete davvero a corto di argomenti.
Il progresso non sta nel cambiamento fine a sè stesso, ma nella selezione di mutamenti che avvantaggiano in un contesto di un ambiente che si è modificato. In una parola: evoluzione.

Pensate al tardigrade, un animaletto microscopico che è capace di viver in ogni condizione ambientale: lui è praticamente uguale a sè stesso da centinaia di milioni di anni, ed è sopravvissuto a veri cataclismi. Per questo ha conquistatio il globo. Ecco, a lui di cambiare non frega praticamente nulla, non gli #BastaUnSi. Magari la nostra Costituzione è un tardigrade. Magari no. Sta a voi spiegarci perché non lo è.


domenica 13 novembre 2016

E Più colpa della Sinistra o del Buonismo?



di Gianluca Frattini.


Se anche voi, come il sottoscritto, appartenete a quella ristretta minoranza costituita dal 90% della popolazione non americana che ha creduto che “sì, Trump potrebbe anche vincere, ma non accadrà”, la mattina del 9 Novembre dovete aver provato un misto di sgomento, frustrazione, paura ed eccitazione. Per far fronte a queste ferite morali e cognitive, la portentosa Macchina del Senno del Poi si è messa in moto, e già alle 08.00 di mercoledì mattina ha incominciato a produrre analisi e spiegazioni della vittoria: analisi sui flussi elettorali ancora non pervenuti, linciaggio di Internet, giornali che accusavano i giornali di miopia, rivincite di teorie ottocentesche, ed altro ancora.
La teoria che però più mi ha colpito con violenza al fegato suona più o meno così:

“E' COLPA DELLA SINISTRA. Dietro a Trump c’è il fallimento del buonismo radical-chic e la sua incapacità di sentire il polso della popolazione. Gli elettori vanno ascoltati e non insultati”

Scomponiamo il periodo nelle sue due affermazioni principali, per capire di che tipo di mezze verità stiamo parlando.

Il Canto del Cigno della Sinistra.
Questa è facile.
Certo, nessuno può negare che i Democratici e Obama stesso siano usciti sconfitti dal voto. Curioso, però, non notare che i primi perdenti sono stati i Repubblicani,  soprattutto la componente più liberale. Da Ryan a Schwarzenegger fino a McCaine, l’establishment del GOP non solo si è distanziato da Trump, ma ha persino deciso di fargli campagna contro, fino ad accodarsi al coro di censura dei Democratici ogni qualvolta uno scandalo affiorava. Era guerra aperta con Donald, tanto che lui stesso ha invocato brogli preventivi (eh già, anche Trump faceva parte di quel 90% di noi “idioti” che non credeva nella sua vittoria).
Ma la scalata dei Trump alla testa della Destra  non l’abbiamo ammirata solo in USA. Prima c’è stata la sconfitta dei Remainers Tory in Gran Bretagna, in occasione del referendum Brexit; c’è  il tallonamento dell’AfD alla CDU della Merkel; poi il fiatone dei Popolari in Francia e Spagna, che non staranno con le pezze come i Socialisti, ma non godono di un colorito salubre.
No, non sta “perdendo la Sinistra”, sta perdendo il Centrismo Liberale, di Sinistra e Destra, ma ammetterlo condurrebbe a ripensare tutte le politiche adottate negli ultimi 30 anni. Lo vediamo ora.



Io ti ascolto e prendo appunti, ma poi?
La seconda parte dello spiegone citato può  assumere forme estreme, come in questo post cretino ed auto-assolutorio di Robby Soave, per cui a far vincere Trump sono state le Laura Boldrini dei campus universitari americani, con le loro censure verbali e i loro divieti discriminatori fatti per proteggere il “politicamente corretto”. Peccato che gran parte degli elettori trumpers quei campus non li frequenta, e che i Trump vincono anche in Paesi del mondo dove non regna la political correctness ed il puritanesimo americano.
Ma la teoria ha versioni più moderate e ben argomentate, come quella dell’ottimo Haidt.
In breve: i valori contano e i confini e le comunità che li contengono anche. Molti sentono che questi valori stanno velocemente (troppo velocemente) evaporando per via di cambiamenti sociali che la Politica non riesce a guidare, soprattutto quelli dovuti all'immigrazione musulmana nei paesi occidentali. Se non vogliamo alimentare il risentimento popolare, e i movimenti-vampiro che di esso si nutrono, dovremmo smetterla di fare muso duro contro gli elettori delle ali estreme, perché non sono tutti xenofobi-omofobi-razzisti-trogloditi, ma membri della società che vanno compresi e con cui va intavolato un dialogo.
Bene. Sono in parte d’accordo. E posso trovare io stesso esempi in cui noi Globalists manchiamo di ponti comunicativi con i Nationalists:
  • se un elettore ritiene che la sua magra situazione economica è dovuta ad UE ed Euro, non gli puoi contrapporre il “fascino dell’esperienza Erasmus” e “i vantaggi del Roaming Internazionale”;
  • a chi non può pagarsi l’abbonamento treno tra Brescia e Milano per andare a lavoro, non frega nulla dei voli low cost per Phuket;
  • non puoi accendere e spegnere il suffragio universale ogni qualvolta questo non produce i risultati da te attesi (un saluto ai girotondini americani e Michael Moore Moretti);
  • se tu passi le giornate a “spiegare” le cose a qualcuno, stai implicitamente assumendo che lui non capisca: un certificato di superiorità antropologica.
Abbiamo certamente problemi comunicativi da risolvere. Ma, superati i problemi del veicolo, delle strategie e dei toni, restano quelli dei contenuti.
E lì dobbiamo chiarirci, perché stiamo parlando di contrattare i nostri Valori con i loro Valori, e capire fino a dove vogliamo spingere la negoziazione e quali rinunce accettare. Dall'altra parte abbiamo scontenti della libertà di movimento di merci, capitali e, soprattutto, persone. Ci chiedono anche di rinunciare ad alcuni diritti acquisiti – matrimonio gay, aborto, in alcuni casi il laicismo-. E allora vi si accendono solo tre opzioni a disposizione:
  1. accettare tutte le loro richieste, divenendo dei Trump più educati e con  la pipa;
  2. mentire, come un Renzi qualsiasi, incendiario rottamatore prima delle elezioni e pompiere democristiano durante la legislatura
  3. trovare soluzioni alternative che assecondino i cambiamenti ma li rendano più morbidi. 
Conto nella vostra creatività e nella foresta di think tank che coprono il Mondo per  sperare nella terza opzione.  You are very very good thinkers.


martedì 26 luglio 2016

L'OPPIO DEGLI ATEI



Il più grave errore che fanno molti di noi atei è considerare la RELIGIONE semplicemente come una “teoria del mondo”, di come funzionano le cose nella realtà, unita ad un elenco di precetti etici e morali. Si scordano, così, di come la religione sia, innanzitutto, un elemento costitutivo dell’IDENTITà, sia individuale che di gruppo, è una “stampella esistenziale” che ci sostiene nei momenti di difficoltà emotiva.
Nessuno, infatti, è credente perché si è fatto convincere dai testi sacri, ma perché è nato e cresciuto in ambienti familiari religiosi, ha vissuto in comunità religiose, ha creato legami all’interno di parrocchie, madrasse, scout, eccetera. Molti hanno intrapreso la vita spirituale dopo gravi lutti, malattie, tragedie umane.
Dalla rivoluzione Galileiana, passando per l’illuminismo e l’età della ragione, fino alla Società dell’Informazione, la scienza e la tecnica hanno inferto un colpo mortale e definitivo alle Teorie del Mondo di natura teologica, e queste si sono portate nel baratro le altre funzioni svolte dalla religione: la guida etica e la morale, l’ancora identitaria e la stampella spirituale.
Se la Scienza è riuscita a colmare (non completamente, ma questo è ovvio) il vuoto lasciato dalle interpretazioni religiose del funzionamento della realtà, e se siamo riusciti a: il nazionalismo, poi il fascismo, e infine dal comunismo. Scomparse queste ideologie, in Occidente fatica a costruire delle etiche atee e laiche (pur costruendo altre religioni, come quella dei “Diritti Naturali”), con gli altri due aspetti della religiosità siamo rimasti orfani.
L’identità di gruppo fornita dalla religione è stata sostituita prima dalle ideologie secolarismo crollati nel nichilismo e nel vuoto esistenziale, in Medioriente e nel Mondo musulmano nel nichilismo e in un ritorno di fiamma dell’Islam, questa volta reinterpretato in forme sempre più assurde e distorte.
Il sostegno esistenziale che forniva la religione, invece, è venuto totalmente a mancare – nulla possono fantascientifici e improponibili succedanei tecnici, quali la “Singolarità” e le interpretazioni à la Matrix del Mondo-.
Si è pensato, poi, che la forza e l’intensità dei legami tra i simili sarebbero stati incrementati tramite la tecnologia dell’informazione: internet e i social network, ubiqui e istantanei, ci avrebbero reso una Comunità Globale. Ma le relazioni non sono questione di semplice comunicazione, e i legami virtuali non possono sostituire (almeno completamente) quelli fisici.
Per millenni la religione ci ha nascosto la realtà sotto un velo di ignoranza e ha prodotto violenza e crudeltà di incalcolabile entità. Resta però un portato probabilmente indispensabile della natura umana, con un ruolo evolutivo determinante, soprattutto durante le migliaia di anni che hanno preceduto la civiltà moderna degli Homo Sapiens Sapiens. Abbiamo creduto, erroneamente, che con la modernità, e grazie alla scienza, una cosa così radicata nella nostra mente potesse essere spazzata via in nemmeno un paio di secoli. Probabilmente occorrerà un ripensamento.

Gianluca Frattini

lunedì 25 luglio 2016

È UN MONDO DIFFICILE


Ci è stato detto, almeno dall’inizio degli anni ’80, che contavano solo tre cose: L’INDIVIDUO, LA LIBERTà, IL BENESSERE ECONOMICO. Il resto si tratta di sovrastruttura, fuffa, retaggio di epoche dove la ragione latitava, frutti marci dell’ideologia…
Soprattutto, ci è stato promesso di più di ognuno dei tre: più cura dell’individuo, più libertà, più benessere.
Oggi scopriamo altro:
-NO, NON CONTA SOLO L’INDIVIDUO. Conta tutto ciò che permette di costruire un’identità: non solo cosa fa e pensa un individuo, ma anche il contesto in cui è immerso e i legami che ha con gli altri. Parliamo di partito, parrocchie, etnie, confini, lingue, ideologie, RELIGIONE (ci torneremo). Potete dire che per VOI queste cose non contano (anche se penso che piuttosto non ve ne accorgiate), ma per la gran parte dei vostri simili l’appartenenza ai gruppi, qualsiasi, è un elemento fondante la propria identità.
-La LIBERTà (io preferisco definirla “Potere”) E’ UN CONCETTO VAGO. Quando viene declinata come semplice “rimozione dei vincoli” all’agire diviene monca, perché non tiene conto delle “capacitazioni”, cioè di tutti quegli elementi che permetto effettivamente e materialmente di usufruire delle Libertà.
Un esempio è la libera circolazione delle persone. Possiamo anche cancellare le frontiere ed eliminare qualsiasi limite agli spostamenti, dovremmo però tenere conto che: per emigrare occorrono conoscenze (costose), un piccolo capitale per spostarsi e insediarsi (costoso) e combattere l’ostilità degli autoctoni. I vincoli al movimento non sono solo costituiti da norme e confini, cancellabili con la gomma da un foglio. Ed è solo un esempio.
-QUALE BENESSERE? E’ piuttosto certo che un disoccupato europeo di oggi stia meglio della maggior parte dei nostri nonni occupati; probabilmente certi stanno meglio di alcuni nostri padri. E’ poi cosa edificante che tantissimi cinesi e indiani stiano straordinariamente meglio oggi di solo 10 anni fa. Vi è però da registrare che, nel primo mondo, il benessere assoluto – il reddito reale - stagna da decenni , che la crescita si distribuisce in modo sempre più disuguale (sia tra strati sociali che geograficamente), e che il mondo si sorregge sempre più sul debito privato e sulle banche centrali. La produttività, inoltre, la benzina della Crescita, sembra vivere una “stagnazione secolare” . Insomma, creiamo sempre meno richezza e, quando lo facciamo, ciò avviene in maniera poco sostenibile e concentrata.
Quindi: non solo ci sono cose che vanno oltre, e sono altrettanto importanti, di quel che ci è stato detto “conta(re) unicamente e veramente”, ma di questo essenziale ci è stato dato anche molto meno di quanto promesso.
Questo spiega gli attentati, la xenofobia, il separatismo, la violenza di questi ultimi anni? Forse non completamente, ma io partirei da qui per una riflessione.
Oppure possiamo continuare a dirci che la casta è corrotta e che gli elettori sono idioti.
Io sto tutto il giorno su facebook, quindi propendo per la seconda.

Gianluca Frattini

martedì 1 marzo 2016

UTERI IN AFFITTO, DISUGUAGLIANZE E PERNACCHIE




Vogliamo parlare lucidamente delle implicazioni della GDA, la pratica del cosiddetto "utero in affitto", al netto di Vendola, personaggio ormai da carro allegorico di cui ci frega nulla?

Bene, se siete tra coloro che la vogliono vietata, sostanzialmente, vi sta bene lo status quo, cioe' le cose come stanno. Purtroppo, mi duole dirvi che il divieto non rendera' la pratica impossibile. Oggi, come domani, le famiglie omo o etero ricche (RICCHE) potranno permettersi di scegliere uno tra i tanti paesi nel mondo che consentono la maternita' surrogata, pagare, e tornare in italia col proprio figlio. Per cui, lasciando le cose come stanno, avremmo solo formalmente impedito la "surrogata", pulendoci la coscienza ma lasciando che questa sia praticata all'infuori del controllo della nostra giurisdizione, e saremmo anche andati ad aggravare quel problema di DISUGUAGLIANZA DI REDDITO, e quindi di possibilita', del quale ci lamentiamo in altri contesti: ricchi sterili in grado di affrontare i costi e poveri sterili che non potranno mai permetterselo.

Volete allora agire impedendo la trascrizione in Italia della nascita avvenuta allestero con la GDA? Devo informarvi che la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo ha gia' stabilito che tale divieto si configura come una violazione dei diritti del genitore, e i tribunali di Varese e Milano, tra il 2014 e il 2015, hanno gia' sentenziato recependo quanto stabilito dala CEDU.
Ma, anche fregandocene degli aspetti legali, ci sarebbe da considerare il destino di un bambino, gia' venuto al mondo, che sarebbe costretto a non vivere con chi lo desidera (i genitori richiedenti) ma con chi non lo vuole (la madre surrogata). Inezie.

A questo punto, pensate allora che l'unica strada percorribile sia vietarla a livello internazionale. OK: vi presentate all'ONU con la vostra bella proposta di Moratoria Internazionale e vi mettete contro una decina di paesi in cui e' permessa o tollerata, dagli USA al Canada, passando per Australia, Venezuela, Russia (eh, gia', Russia)... Vi consiglio di portare con voi uno scudo in plexiglass con cui schermarvi da sputi e pernacchie.

Ma allora, Gianluca, tu non faresti niente? Si, certamente.

Un'ipotesi e' quella Britannica, che prevede il "divieto di interscambio di denaro al di fuori delle ragionevoli spese del processo".

Ma ritengo questa norma troppo restrittiva. Io sarei per una depenalizzazione totale della pratica, a cui aggiungerei un limite minimo di reddito per le madri surrogate, in modo da evitare fenomeni di sfruttamento dell'indigenza (che tramuterebbe  una libera scelta sull'uso del proprio corpo in una costrizione economica), ed anche un sostegno monetario e una consulenza gratuita per i genitori richiedenti, cosi' da rendere accessibile la pratica anche a i non abbienti.
Questo impedirebbe ad alcuni, in caso di carenza di offerta di uteri, di andare all'estero per affittare quelli di donne bisognose? No.
Pero', almeno, avremmo creato un canale legale, sicuro, controllato e accessibile anche ai meno facoltosi ad ,una pratica accettata di comune accordo da adulti consenzienti e riconosciuta da decenni in una buona porzione del mondo.

Si accettano pero' altre soluzioni.


POSTILLA

Ma rimaniamo all'interno della situazione normativa attuale ed ipotiziamo uno scenario tutt'altro che surreale:
Abbiamo, da una parte, una donna indiana con due figli a carico, che vive con meno di 3$ al giorno ed e' disposta a prestare il suo utero a pagamento; dall'altra una coppia tedesca etero, disposta a pagare 80.000 euro.
L'accordo si fa e il procedimento va a compimento. Come risultato avremo: due genitori felici in Germania e una donna indiana che con il denaro guadagnato potra' acquistare una casa per lei e i due figli e avviare una piccola attivita' imprenditoriale con la quale sfamarli.
DOMANDA:
Dov'e' il problema in tutto cio'?

Se c'e', potete spiegare quale e' la differenza tra questo esempio e una gravidanza eterologa?

Gianluca Frattini

Altre info qui

giovedì 4 febbraio 2016

TASSONOMIA DEI GRILLISMI


Ormai, nella politica italiana, se non vuoi votare per i partiti al governo, puoi solo scegliere a quale particolare forma di grillismo aderire: in quale categoria di "Ggentismo' identificarti e verso quale nemico della " classe dirigente" rivolgere la tua rabbia e frustrazione (sempre dovuta ad ALTRI, si intende).
L'offerta politica si riduce a questo:
IL GRILLISMO DEL M5S.
E' il grillismo originale, duro e puro, ma e' anche il piu' inclusivo, dato che il suo unico collante e L'INDIGNAZIONE, ossia il sentimento meno costruttivo che esista. Essendo malleabile e liquido, e volendo raccogliere un po' tutti, il suo nemico e' un'entita' astratta e cangiante, "La casta", in cui figurano pero', come e' ovvio attendersi, i politici dello ‪#‎StatoLadro‬. E' un movimento che riempie le piazze e le urne, ma piu' di li' non puo' andare.

GRILLISMO LEGHISTA. E' la prima vera forma di grillismo, ante litteram. Nasce negli anni novanta con le stesse rivendicazioni ed idee del M5S di oggi, ma su base locale: una sorta di tribalismo. Il nemico, anche qui, oltre che il conquistatore estero -che sia il burocrate di Bruxelles o la multinazionale degli stuzzicadenti tedesca, non conta - e' lo #StatoLadro, ma nella sua forma centralista: portato a livello federale, diventa una cosa bellissima. Nel corso degli anni, per questioni di restyling ed elettorali, ha abbandonato il carattere locale per abbracciare quello nazionale, rendendolo indistinguibile dal:

GRILLISMO ROSSOBRUNO. Dai, son quelli che, una volta sparito berlusconi, hanno scoperto di essere loro i veri comunisti. Leggono i bignami di marx e si masturbano su RussiaToday e le foto nude di Putin. I loro nemici sono uominisessuali ("arcobalen* "), neri ("rifugiati-terroristi-romeni") ed ebrei ("Finanza imperialista sionista"). Anche loro odiano lo #StatoLadro ma perche' quando c'era Lui...

GRILLISMO LIBERISTA. Sono mediamente piu' colti e hanno mediamente un reddito piu' elevato degli altri grillini. Generalmente si tratta di imprenditori, liberi professionisti o studenti/professori. Qui non ci vuole molto a capire che il nemico da abbattere e' lo #StatoLadro , ma, anziche' i cortei in piazza, prediligono la citazione su twitter di Buchannan. La loro forma piu' estrema e' costituita dai:

GRILLINI TEA PARTY. Si distinguono dai grillini liberisti per due caratteristiche: 1) perche', pur avendo sulle questioni economiche (quasi) le stesse idee (sebbene preferiscano la sacher viennese alla cheesecake di Chicago), sui diritti civili e tutto il resto assomigliano ai Rossobruni/leghisti; 2) sono tutti Veneti o giu' di li'.

GRILLISMO DI SINISTRA. Qui la faglia tra bene e male e' data dal reddito (non quello dichiarato, maledetti evasori!): sotto un certo reddito si e' buoni, sopra si e' cattivi. Per principio. Per questo la tematica piu' dibattuta tra le loro 3740000 correnti e' la DISUGUAGLIANZA. Nel mondo "liquido" (Bauman e Zizek sono dei fari) non ne fanno piu' parte solo i buoni vecchi proletari della catena di montaggio fordiana e gli intelletuali. Rispetto allo #StatoLadro la posizione e' ambigua e contraddittoria: ovviamente tutti i politici sono corrotti e guidati dalle lobby pluto-giudaico-massoniche, ma la soluzione a cio' e' "PIU' POLITICA!". Fate voi.

GRILLISMO AMBIENTALISTA. Questo e' un sottoinsieme del grillismo di sinistra, ma e' millenarista -e' da almeno 40 anni che prevede la fine del mondo-, scende in piazza per ricordarci quanto fosse bello "il mondo di una volta", ma non ha mai tempo di specificare QUALE VOLTA, e il suo motto e' "GLI ANIMALI SONO MEGLIO DEGLI UOMINI". Chissa' come si considerano. Lo Stato forse non e' Ladro, ma sicuramente non e' a‪#‎ImpattoZero‬.


Vi trovate in difficolta' col vostro carrello della spesa elettorale? Non sapete tra chi scegliere? Fate come fanno tanti indecisi: leggete sull'estratto conto da che fonte deriva il vostro reddito- o NON deriva - e costruiteci una teoria politica sopra.
Tanto, qualsiasi sia la vostra scelta, avrete la sicurezza che ci sara' sempre un denominatore comune: l'idea che la Ggente, cioe' voi, cioe' noi, e' superiore moralmente, eticamente, antropologicamente e intellettualmente a tutti i politici che l'hanno governata, la governano e la governeranno. Gente do it better.
Certo, io dopo due anni non so fare ancora un cappucino dignitoso e gli idraulici no riescono a riparare lo scaldabagno ma governare e' un'altra cosa.

Gianluca Frattini