di Gianluca Frattini.
Da ex italiano all'estero non posso fare a meno di trovare la retorica attorno ai nostri espatriati patetica e disinformata. Capisco l'orgoglio di un genitore che vuole pensare al proprio figlio a Londra come a un "cervello in fuga", magari sostenuto da un'aneddotica alimentata dalla stampa, costituita da startuppari di successo , giovani Hawking e altri selezionati esempi esaltanti; capisco anche che, per chi è costretto prigioniero di questo paese, è confortante credere che ogni italiano all'estero sia solo un cameriere con troppo orgoglio per portare piatti in Italia.
Ma la fauna degli Italiani in fuga è molto più variegata di quel che vogliate credere, con storie di successo e altrettante di fallimenti, o semplicemente di normale vita da immigrato. Nessuna di queste, probabilmente, può essere presa come rappresentativa di un fenomeno che riguarda centinaia di migliaia di individui ogni anno (e non solo gli italiani).
Probabilmente, tanta di questa disinformazione è da attribuire a quell'individualismo furbetto e malato caratteristico di noi italiani che è alla base, paradossalmente, sia di un distorto patriottismo che di una malsana esterofilia.
Da ex italiano all'estero non posso fare a meno di trovare la retorica attorno ai nostri espatriati patetica e disinformata. Capisco l'orgoglio di un genitore che vuole pensare al proprio figlio a Londra come a un "cervello in fuga", magari sostenuto da un'aneddotica alimentata dalla stampa, costituita da startuppari di successo , giovani Hawking e altri selezionati esempi esaltanti; capisco anche che, per chi è costretto prigioniero di questo paese, è confortante credere che ogni italiano all'estero sia solo un cameriere con troppo orgoglio per portare piatti in Italia.
Ma la fauna degli Italiani in fuga è molto più variegata di quel che vogliate credere, con storie di successo e altrettante di fallimenti, o semplicemente di normale vita da immigrato. Nessuna di queste, probabilmente, può essere presa come rappresentativa di un fenomeno che riguarda centinaia di migliaia di individui ogni anno (e non solo gli italiani).
Probabilmente, tanta di questa disinformazione è da attribuire a quell'individualismo furbetto e malato caratteristico di noi italiani che è alla base, paradossalmente, sia di un distorto patriottismo che di una malsana esterofilia.
Ad ogni modo, l'unica via per trattenere giovani e attirarne altri è tornare a Crescere. Piccoli interventi sul mercato del lavoro di natura cosmetica o emergenziale non serviranno. E nemmeno ripristinare i "bei vecchi anni passati", qualunque siano stati, perché il nostro non è più Quel mondo, e ragiona su logiche differenti, e su TEMPI e VELOCITÀ differenti.