martedì 26 agosto 2014
L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'OCCIDENTE (SENZA MEMORIA)
Gianluca Frattini-
Visto che va di moda pubblicare foto truculente di teste decollate...
70 anni fa, durante la giovinezza dei nostri nonni, al centro dell'Europa, in un paese tra i più industrializzati dell'epoca, che aveva dato i natali a Hegel, Goethe, Shiller, Adorno, fu pianificato e messo in pratica, con la consapevolezza e la partecipazione dei suoi cittadini, uno dei più grandi programmi di STERMINIO SCIENTIFICO DI MINORANZE. Ebrei, zingari, omosessuali, handicappati, donne, bambini, anziani.
Nel 1955, quando nacquero i nostri padri, Rosa Parks fece un gesto che passò alla storia, opponendosi fisicamente ALLA SEGREGAZIONE RAZIALE e alla disparità di diritti che la componente NERA della popolazione americana subiva. Ciò diede l'avvio a un decennio di lotte per l'emancipazione, che ancora oggi non si sono completamente esaurite e lasciano ancora i propri strascichi (Fergusson?)
Solo nel 1971, durante l'infazia di alcuni di voi, uno dei più fulgidi e citati esempi di civiltà, la Svizzera, concedette il SUFFRAGIO UNIVERSALE ANCHE ALLE DONNE a livello federale. L'ultimo cantone ad approvarlo sarà Appenzell Innerrhoden nel 1990.
Tra la fine degli '80 e il decennio successivo, quindi tra i Nirvana e i Take That, la Iugoslavia, ex paese socialista, ma tra i più aperti al blocco occidentale e con una ricchissima vita culturale, piombò nel caos, e dopo 50 anni ricomparse lo spettro, anche in Europa, delle PULIZIE ETNICHE.
OVVIAMENTE, negli ultimi 60 anni, in "occidente", sono stati compiuti passi incommensurabili, tanto che, come osserva Pinker, siamo arrivati a combattere con le unghie e con i denti persino per i diritti degli animali, viste le conquiste precedenti per quelli degli umani.
OVVIAMENTE la storia del liberalismo, dell'umanesimo e delle battaglie VINTE per i diritti civili, politici e sociali in "Occidente" ha almeno 3 secoli, e le società in cui viviamo sembrano per ora dare per scontate tali conquiste e la loro diffusione, tanto da volerle "esportare".
OVVIAMENTE, l'approccio TERZOMONDISTA all'analisi della realtà, con la sua versione globale del "buon selvaggio di Rosseau", che vede la diffusione del Male nel cosiddetto terzo mondo come conseguenza delle sole azioni dell'occidente nel pianeta è, per essere gentili, semplicistica, ad essere più onesti, ignorante, stupida e RAZZISTA.
PERò, quando parliamo di "Occidente", entità dal significato e dai contorni piuttosto confusi (il Giappone è Occidente? e il Sudafrica? il Sud America? La Russia?), con toni di orgoglio, cercando di creare una netta distinzione col Resto del Mondo, ed ergendoci a metro morale positivo, con cui guardare con disprezzo fenomeni di violenza e barbarie che avvengono nel globo, forse dovremmo riprendere in mano i libri di storia, per ricordarci da dove veniamo, cosa abbiamo passato, e per tenere bene mente che le nostre conquiste, che ci fanno percepire come sul gradino più alto di una scala morale, sono recentissime, diffuse in gradi e forme diverse anche all'interno dell'occidente, frutto alle volte di casualità, incidenti di percorso e particolari contesti, e soprattutto NON NECESSARIAMENTE IRREVERSIBILI.
Per cui, sarebbe meglio risparmiarci quel "ammazziamoli tutti quei porci barbari!", molto di pancia e poco di testa, anche perchè l'idea di ridurre il liberalismo e le conquiste umanitarie e civili "QUà" per portarne poco o nulla "Là", e piuttosto paradossale.
Ah, la differenza tra "noi" e "loro" sta anche nel fatto che noi ci siamo dotati di un'etica della guerra.
Hai riassunto perfettamente quello che dovrebbe essere un pensiero comune ma che -purtroppo- non sembra poi così largamente condiviso come avremmo dato per scontato qualche anno fa. Sarebbe interessante capire a chi giova tutto questo odio.
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