martedì 26 ottobre 2010

OPINIONI DI UNA TESTA DI CAZZO: NON CI RESTA CHE PENSARE

Qualsiasi fenomeno di ghettizazione, discriminazione , esilio o affini ha come naturale conseguenza una esaltazione e fortificazone identitaria, non solo in chi perpetra tali atti ma sopratutto in chi ne è vittima. La storia dell'Europa pre-nazista ne è solo uno dei tanti esempi. Se, come penso, tutti noi ambiamo a che uno stile di vita completamente avulso alle regole del vivere civile e alla pacifica convivenza, quale quello dei roma (" i zingheri"), si "estingua", non posiamo che agire in senso opposto a quanto proposto dai tifosi della tolleranza zero (alcuni gustosi esempi qui ).

io ritengo che a dover agire sia la "selezione naturale a lvello culturale". Per essere più chiaro: in ogni contesto storico qualsiasi tradizione per quanto storicamente e localmente radicata ha dovuto adeguarsi alle mutevoli dinamiche della società nella quale persisteva. Persino le monolitiche e dogmatiche istituzioni religiose monoteiste si sono evolute per venire in contro, nonostante la strenua resistenza, alle esigenze di una società secolarizzata (ne percepiamo ancora gli attriti). Stesso discorso per quanto concerne l'universo islamico di oggi, dove le contraddizioni di quel mondo poste dinanzi alle sfide della globalizzazione (in senso ampio) stanno esplodendo proprio adesso con più vigore.

Perchè non possiamo quindi ritenere che lo stesso processo agisca su di una sparuta minoranza della popolazione europea sempre più ai margini della società?









Certo tale processo non potrà che essere lungo e dovrà inevitabilmente veire guidato e promosso.

Alcune azioni atte a favorirlo non potranno che essere dirette e mirate al problema: incentivi anche economici per aumentare il livello di istruzione, togliendo i ragazzi dalla strada ( sul modello "bolsa familia" in brasile); campagne di informazioni contro gli stereotipi attorno ai rom ( "rubano i bamini" sono "rumeni" ecc).

altri interventi hanno un caratere più generale ma anche una ovvia ricaduta sul problema in questione : rivalutazione di alcune zone urbane ( campi nomadi ai parioli o su via monte napoleone non ne ho mai visti :-) ); investimenti nella sicurezza e certezza della pena: l'italia è un far west legale in certe aree, non dobbiamo stupirci se poi oltre alla delinquenza DOCG ne abbiamo anche una buona quota di importata .

insomma la strada è "lunga e dura", ma credo percorribile, ricordandoci sempre che se di "tendenze culturali" parliamo, non possiamo non riflettere sul fatto che le queste sono per definizioni invertibli

GIANLUCA TdC